Blog ad Improbabilità Infinita

"Racconto fantastico a più dimensioni".

L'autore che vi presento è Edwin Abbott Abbott (la ridondanza non fa mai male ;)), nato nel 1838 e morto nel 1926. Reverendo, teologo, pedagogo e rettore della "City of London School", è ricordato soprattutto per essere stato uno dei primi a trattare la quarta dimensione.

La quarta di copertina mi comunica:

«Il mondo... è una superficie piana come quella di una carta geografica, sulla quale i flatlandesi scivolano senza sovrapporsi. La loro è una società rigidamente gerarchica: la casta più vile è quella delle donne, semplici righette con sulla punta un occhio, come aghi; viste dall'altro estremo, le donne diventano invisibili, così che a loro basta rivoltarsi per scomparire. Se un maschio per caso si imbatte nell'invisibile didietro di una donna, può rimanerne trafitto, per ciò la legge impone alle femmine l'obbligo di dimenarsi sinuosamente, senza sosta, per evitare incidenti»

Essendo stato pubblicato prima del 01/01/1923, per decadenza del diritti d'autore, il libro è disponibile gratuitamente in lingua originale.

Pubblicato anonimamente nel 1882 il racconto è fondamentalmente diviso in due parti: all'inizio viene descritto il mondo di Flatland che, come si può intuire dal nome, è una realtà a due dimensioni; nella seconda parte, il protagonista, un Quadrato, fa l'incontro più sorprendente della sua vita, ovvero si imbatte in un essere prima di allora inconcepibile, ovvero una Sfera.

La descrizione della società di Flatland è una satira di quella vittoriana dell'epoca in cui è vissuto Abbott: una società in cui gli individui sono divisi rigidamente in caste in base all'origine e all'aspetto fisico. Si va dalla classe più bassa e meno considerata, quelle delle Donne, rappresentate da delle Linee Rette proseguendo con i Triangoli, i Quadrati, i Pentagoni e cosi vià fino ad arrivare ai Cerchi/Circoli. In questa realtà il maggior numero di lati comporta più alte cariche sociali fino ad arrivare ai Sacerdoti che sono dei Circoli quasi perfetti con un numero elevatissimo di lati ("Al Gran Circolo in carica si attribuiscono sempre, a titolo di cortesia, diecimila lati").

La visione delle Donne può risultare sicuramente misogina se non letta nella chiave satirica: oltre ad essere sul gradino più basso della scala sociale, sono anche costrette ad sottostare a ferree regole per non nuocere agli uomini:

• Ogni casa deve avere un ingresso dal lato Orientale, riservato esclusivamente alle Femmine; dal quale ogni Femmina entrerà «in modo conveniente e rispettoso», senza mai usare la porta degli Uomini, o ingresso Occidentale.
• Ad ogni Femmina è proibito sotto pena di morte camminare in qualsivoglia luogo pubblico senza emettere ininterrottamente il suo Grido di Pace.
• Ogni Femmina che risulti, in seguito a debito accertamento, affetta da Ballo di San Vito, da attacchi isterici, da un raffreddore cronico accompagnato da starnuti violenti, o da qualsivoglia altro male comportante movimenti involontari, deve essere eliminata all'istante.

Non voglio dirvi il perché, ma riflettete appoggiando un ago su un tavolo ed immaginando di interagire con esso in due dimensioni :).

Se la prima parte del libro ha un ritmo un po' lento, benché interessante per la descrizione del mondo a due dimensioni e degli abitanti, la seconda è più dinamica e vede un illuminante dialogo tra il Quadrato e la Sfera. Il Quadrato, dapprima profondamente sconvolto e scettico, grazie agli insegnamenti della Sfera riuscirà ad elevare la propria mente al di sopra dei propri sensi, superando in questo anche il proprio "maestro".

Oltre alla descrizione del mondo ad una dimensione, rappresentato su una retta che avviene sempre nella prima parte, voglio lasciarvi con una descrizione deliziosa e straordinaria del mondo adimensionale del Punto, abitante della Pointlandia:

[Parla la Sfera] «Osserva quella miserabile creatura. Quel punto è un Essere come noi, ma confinato nel baratro adimensionale. Egli stesso è tutto il suo Mondo, tutto il suo Universo; egli non può concepire altri fuor di se stesso: egli non conosce lunghezza, né larghezza, né altezza, poiché non ne ha esperienza; non ha cognizione nemmeno del numero Due; né ha un'idea della pluralità, poiché egli è in se stesso il suo Uno e il suo Tutto, essendo in realtà Niente. Eppure nota la sua soddisfazione totale, e traine questa lezione: che l'essere soddisfatti di sé significa essere vili e ignoranti, e che è meglio aspirare a qualcosa che essere ciecamente, e impotentemente, felici.»

[Narra il quadrato] dalla creaturina ronzante si levò un lieve ticchettio [...] e io ne distinsi queste parole: «Infinita beatitudine dell'esistenza! Esso è; e non c'è altro al di fuori di Esso.»

«Cosa vuol dire con "esso"» dissi io «quella piccola creatura?». «Vuol dire se stesso» disse la Sfera. «Non hai notato prima di ora che i bambini e le persone infantili, che non sanno distinguere fra se stessi e il mondo, parlano di sé alla Terza Persona? Ma taci.»

«Esso riempie ogni Spazio,» continuò la piccola Creatura nel suo soliloquio «e quello che Esso riempie, Esso è. Quello che Esso pensa, Esso lo dice; e quello che Esso dice, Esso lo ode; ed Esso è pensatore, Parlatore, Ascoltatore, Pensiero, Parola, Audizione; è l'Uno, e tuttavia il Tutto nel Tutto. Ah, la felicità, ah, la felicità di Essere!».

In definitiva, vi consiglio di leggere questo breve racconto poiché aiuta a vedere la realtà da un punto di vista diverso e per vari aspetti sorprendente.

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New Wor(l)ds:

• teppa: insieme di persone che, spec. in una grande città, sono dedite ad atti di violenza e di vandalismo: conosceva tutta la t. dei dintorni;
• falòtico: stravagante, bizzarro, balzano;
• pravità: lett., profonda malvagità e perversità;

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Informazioni sul libro: