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I Robot dell'Alba

Scritto il 13 October 2008 alle 12:19

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"Il Robot dell'Alba", di Isaac Asimov.

In quarta di copertina :

Con I robot dell'alba, un'altra pietra miliare della sterminata saga spaziale che vede uomini e robot uniti per la conquista della Galassia, si conclude la trilogia robotica di Isaac Asimov, che avrà il suo epilogo in I robot e l'Impero. «I primi tre romanzi del ciclo» come ricorda Giuseppe Lippi nell'introduzione al volume «non solo sono legati da uno sfondo tematico comune, ma anche dalla presenza di una memorabile coppia di protagonisti, quegli Elijah Baley e R. Daneel Olivaw che sono diventati tra i più famosi personaggi della fantascienza americana». Sul pianeta Aurora, Baley dovrà cercare di svelare la trama che ha portato a un crimine di tipo insolito: la «morte» di un robot. Ma dietro la risposta che lo attende si celano un enigma e un'opportunità ancora più grandi: a chi toccherà colonizzare l'universo, all'umanità o ai robot, macchine in tutto simili all'uomo?


Elijah Baley ha ormai più di quarant'anni e suo figlio Bentley diciannove. Contro gli usi e la morale comuni, Elijah promuove un movimento volto a riavvicinare la popolazione al mondo esterno rispetto agli "abissi d'acciaio" in cui gli abitanti della Terra vivono. Questo nell'ottica di una futura colonizzazione di altri pianeti, idea balenata nella testa di Elijah dopo le vicende avvenute pochi anni prima, narrate in  "Abissi d'Acciaio" e "Il Sole Nudo", che gli hanno fatto capire l'importanza della colonizzazione spaziale per la salvaguardia della razza terrestre, confinata sulla Terra dagli Spaziali, abitanti dei 50 Mondi Esterni.

In questo contesto, le capacità di Elijah vengono richieste sul pianeta Aurora, dove un robot umanoide presenta un danneggiamento mentale tale da essere irreversibile e, perciò, considerato al pari dello stato di morte umana. Elijah è il primo terrestre a mettere piede su Aurora dopo l'epoca dei primi colonizzatori ed il suo compito è quello di dimostrare l'innocenza del dottor Han Fastolfe, autoproclamatosi come l'unico in grado di poter indurre in un robot un totale congelamento mentale senza lasciare alcuna traccia. Con la morte di Jander Panell, l'unico robot umanoide esistente risulta essere Daneel Olivaw, primo ed unico prototipo della sua specie, poiché l'unico capace di costruirne, il dottor Fastolfe stesso, si è rifiutato di produrne altri. Tuttavia, lo stesso dottore dichiara la propria innocenza adducendo come spiegazione un fatto da lui stesso ritenuto enormemente improbabile, quale un evento spontaneo verificatosi nei circuiti positronici del cervello del robot che abbia indotto tale stato di congelamento mentale.

Elijah si trova dunque ad affrontare un enigma apparentemente insolubile, conscio che un suo fallimento lo porterebbe ad essere il capro espiatorio per il governo terrestre, rovinandogli tanto la vita personale quanto quella professionale, così come verrebbero destabilizzati i rapporti tra Aurora e la Terra. A rendere ancora più complessa la situazione è l'incontro con Gladia Delmarre, conosciuta in precedenza su Solaria nel corso delle vicende narrate ne "Il Sole Nudo": anche lei è implicata nella vicenda poiché Jander Panell le era stato prestato da Fastolfe.

Mentre sulla Terra i fermenti di una possibile colonizzazione spaziale sono appena cominciati, su Aurora due fazioni si scontrano: i Globalisti, capeggiati da Amadiro, che vogliono un'espansione portata avanti da robot umanoidi in avanscoperta su nuovi pianeti, e gli Umanisti, da Fastolfe, che affermano la necessità di una colonizzazione umana. Ma di robot umanoidi, di fatto, ne esiste solamente uno ed il creatore non è disposto a produrne altri o a diffondere le proprie conoscenze sulla loro costruzione.

Tutto ciò porta ad una trama complessa, ma facile da seguire grazie alla narrazione chiara e precisa di Asimov, e ad un finale davvero sorprendente e perfetto....e non aggiungo altro, se non che il romanzo offre anche citazioni interessanti: Susan Calvin, Andrew Martin e Piccola Miss, conosciuti nell'antologia di racconti "Tutti i Miei Robot", sono ricordati come personaggi leggendari, così come uno dei campi di ricerca di Fastolfe, quello che lui chiama "psicostoria", troverà la sua piena realizzazione nel successivo "Ciclo delle Fondazioni", a partire da "Preludio alla Fondazione" con gli studi di Hari Seldon.


Prossima lettura: "I Robot e l'Impero", Isaac Asimov.


Errori :

  • pag. 42, 2: "benchè" -> "benché" ;
  • pag. 84, 6: "Celsios" -> "Celsius", o si tratta di un'unità di misura inventata?;
  • pag. 87, -5: "da" -> "dà";
  • pag. 113, -9: "un'ultra" -> "un'altra";
  • pag. 205, 8: "avallamento" -> "avvallamento";
  • pag. 207, 12: "delll' " -> "dell' ";
  • pag. 253, 13: "Gemionis" -> "Gremionis";
  • pag. 255, -7: "Aveteun" -> "Avete un";
  • pag. 282, 3: "Tutto a posto? posso" -> "Tuto a posto? Posso";
  • pag. 308, 13: "qualcun altra" -> "qualcun'altra";
  • pag. 321, -8: "Elijah" -> "Daneel";
  • pag. 329, -1: "lonta, ma effettiva, con la morte" -> "lontana, ma effettiva, con la morte";
  • pag. 481, 14: "Avevo [...]" -> "«Avevo [...]".

Citazioni :

  • pag. 130: "«Abbiamo cercato di creare un pianeta che, preso nella sua globalità, obbedisca alle Tre Leggi dell robotica. Non fa nulla per danneggiare gli esseri umani, sia volontariamente sia per omissione. Fa quello che noi vogliamo che faccia, nella misura in cui non gli chiediamo di danneggiare gli esseri umani. E protegge se stesso, tranne che in quei luoghi e in quei momenti in cui deve servirci o salvarci anche a prezzo di danneggiare se stesso. In nessun altro luogo, né sulla Terra né in alcun altro dei Mondi Spaziali, l'uomo si è tanto avvicinato a questa condizione». Tristemente, Baley disse: «Anche i Terrestri l'hanno desiderato, ma ormai siamo troppo numerosi, e abbiamo troppo danneggiato il nostro pianeta, nei giorni della nostra ignoranza, per poter fare qualcosa. [...]»";
  • pag. 133: "«Esistono Leggi per gli umani paragonabili alle Leggi Robotiche? E quante sono, e come possono essere espresse in forma matematica? Non lo so. «Forse, verrà il giorno in cui qualcuno scoprirà queste Leggi, e sarà quindi in grado di prevedere a grandi linee il futuro, di sapere cosa attende l'umanità, invece di limitarsi a indovinarlo, come faccio io, di sapere come fare per migliorare le cose, invece di fare solo ipotesi. Talvolta sogno di fondare una scienza matematica che vorrei chiamare 'psicostoria', ma so di non poterlo fare, e temo che nessuno ci riuscirà mai»";
  • pag. 223: "[Parla Gladia] «[...] Vedi Elijah, quando vivi per molti secoli hai un sacco di tempo per perdere migliaia di cose. Ringrazia di avere una vita breve, Elijah.»";
  • pag. 355: "[Parla Amadiro]«[...] A me pare ovvio che se un robot è abbastanza umano, sarà accettato come umano. Avete bisogno della prova che io non sono un robot? Il fatto che io sembri un uomo è sufficiente. Alla fine, non avrà importanza che un nuovo mondo sia colonizzato da Auroriani di fatto o solo in apparenza, se nessuno è in grado di vedere la differenza. Ma umani o robot, i coloni saranno Auroriani, non Terrestri»";
  • pag. 371: "Per la prima volta nella sua vita Baley si trovò ad invidiare un robot. Poteva camminare lì in mezzo! Essere indifferenti all'acqua, al rumore, alla vista; ignorare ci che avveniva intorno, in cambio di una pseudo-vita assolutamente coraggiosa; ignorare la paura del dolore e della morte, perché non c'erano né dolore né morte. Ma non possedere alcuna originalità di pensiero, essere incapaci di imprevedibili salti d'intuizione.... Questi doni valevano quello che l'umanità pagava per essi? In quel momento, Baley non avrebbe saputo dirlo. Sapeva però che, quando non fosse stato più terrorizzato, avrebbe pensato che nessun prezzo era troppo alto per essere un uomo.".

New Wor(l)ds :

  • invalere: diffondersi, affermarsi.
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Informazioni sul libro :

Titolo originale The Robots of Dawn
Editore Mondadori
Anno di prima pubblicazione 1983
Pagine 484
Legatura brossura
Prezzo € 9,00
ISBN 978-88-04-40303-6


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Un misero commento ↓

  • 1 RossellaNo Gravatar ~ 9/03/2010 @ 12:30:40

    Ah beh questo volume è talmente importante rispetto ad altri che merita tutta l'attenzione dei lettori. La rivelazione finale è sconcertante, ma allo stesso tempo intrigante.
    SPOILER
    L'idea che i robot possano leggere nella mente spesso è stata vista da chi recensisce Asimov come priva di fondamento; ma io non la vedo così. Si parla di telecinesi anche fra gli uomini, per quale motivo i robot dovrebbero essere diversi?

    Il rapporto fra Gladia e Baely...Beh era prevedibile che dovesse evolvere. Già nel capitolo precedente avevamo capito che il loro non poteva rimanere solo un amore platonico, non dopo la carezza che la donna gli ha riservato alla fine.
    E poi ci sono gli auroriani: così diversi dai solariani nel rapporto con l'erotismo e il sesso, ma allo stesso tempo così diversi da noi. E' come se fosse un mondo costellato di coppie aperte 🙂
    Insomma fra gli spaziali non c'è via di mezzo e sembra quasi che Asimov voglia far capire al lettore che non è importante il fatto che vivano per secoli e non per qualche decennio come i terrestri. L'importante è il MODO in cui essi vivono. E questo discorso diventa poi fondamentale nel capitolo successivo, l'ultimo del ciclo dei robot...

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