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Abissi d'Acciaio

Scritto il 28 August 2008 alle 15:33

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"Abissi d'Acciaio", di Isaac Asimov.

In quarta di copertina :

New York è irriconoscibile: niente più torri e grattacieli, ma un'immensa metropoli "coperta" che non viene mai a contatto con l'aria, dove decine di milioni di uomini e donne brulicano come formiche sulle strade mobili. Dove il lusso di un bagno privato è inammissibile. Dove, soprattutto, i robot stanno soffiando i posti di lavoro agli uomini a un ritmo sempre più preoccupante. E alle porte di New York si stende come una sfida Spacetown, la città degli Spaziali dove tutto è lusso e ariosità, superbia e ostentazione. C'è da meravigliarsi che uno dei tanti terrestri scontenti ammazzi uno Spaziale nella sua aristocratica dimora di Spacetown, e che il caso rischi di diventare un incidente interplanetario? Per risolverlo bisogna ricorrere al miglior poliziotto della City, Lije Baley, e affidargli come compagno il più bravo poliziotto di Spacetown, R. Daneel Olivaw. II guaio è che quella "R. significa robot: sta per cominciare una sfida implacabile tra l'intelligenza umana e quella artificiale, il cui fine ultimo è quello di risolvere l'omicidio più esplosivo che la Terra ricordi.

La storia è ambientata in futuro lontano tre millenni, in cui la Terra è abitata da otto miliardi di persone e la sovrappopolazione ha comportato la necessità di sviluppare una nuova forma di agglomerato urbano, le Città, vere e proprie megalopoli sotterranee in cui la vita delle persone che vi abitano è gestita nel modo più efficiente possibile, ovvero tramite servizi centralizzati, quali mense, servizi pubblici, biblioteche e così via. Il lusso consiste proprio nell'avere tali servizi direttamente nelle proprie abitazioni, così come la possibilità di mangiare cibi che non siano lieviti o derivati da culture idroponiche. La Terra conta circa 800 di queste Città e le vicende che vedono coinvolti il detective Elijah Baley e il robot R. Daneel Olivaw hanno luogo a New York City, abitata da venti milioni di persone. Ciò che li porta a collaborare è l'uccisione di uno Spaziale a Spacetown.

Ma chi sono gli Spaziali? Facciamo un passo indietro: in passato esseri umani avevano colonizzato 50 "Mondi Spaziali", pianeti extrasolari scarsamente popolati dove si sono evoluti debellando qualsiasi malattia e quadruplicando le aspettative di vita rispetto ai terrestri. Inoltre, a differenza di questi ultimi, sono caratterizzati dal largo uso di robot, visti con estrema diffidenza dagli abitanti della Terra.

Tornando alla vicenda centrale, lo spaziale Roj Nemennuh Sarton, ambasciatore degli spaziali sulla Terra con lo scopo di indurre la popolazione ad adottare sempre più su larga scala i robot, viene ritrovato privo del torace in seguito al colpo di un fulminatore.

L'antitesi tra il pensiero umano di Baley e quello positronico di Daneel è l'aspetto più interessante del romanzo: Baley, inizialmente disturbato dal rapporto con i robot, interagendo con Daneel, comprende che essi, pur essendo ottime imitazioni degli essere umani e superiori in quanto a forza fisica, durata, memoria, capacità di immagazzinamento ed elaborazione di dati, non potranno mai esser loro superiori poiché non riescono ad afferrare concetti quali la bellezza, l'amore, l'arte o Dio.

Tuttavia, nel finale, sarà proprio Daneel a mostrare una certa moralità, affermando che "l'estirpazione di ciò che non deve essere, ossia ciò che voi uomini chiamate il male, è meno giusta e desiderabile della sua trasformazione in ciò che voi umani chiamate il bene".

Consiglio a tutti questo libro perché tratta la figura di R. Daneel, già incontrata precedentemente (non in termini cronologici, ma di mia lettura) nell'antologia "Tutti i Miei Robot", nei primi due libri dell'ettalogia del "Ciclo delle Fondazioni", "Preludio alla Fondazione", "Fondazione Anno Zero" e nell'ultimo "Fondazione e Terra".


Prossima lettura: "Black Hole", Angelo Paratico.


Errori :

  • pag. 34, 21: "amavano" -> "amava";
  • pag. 113, 12: "Queso" -> "Questo";
  • pag. 142, 16: "[Los An]geles ,Londra" -> "[Los An]geles, Londra";
  • pag. 156, 17: "delli'mmondizia" -> "dell'immondizia";
  • pag. 157, -13: "paura ,mentre" -> "paura, mentre";
  • pag. 166, -12: spazi mancanti dopo l'apertura e prima della chiusura delle virgolette;
  • pag. 186, 7: "Chiunqe" -> "Chiunque";
  • pag. 186, 12: "sensa" -> "senza";
  • pag. 192, 3: spazio mancante dopo l'apertura delle virgolette.

Citazioni :

  • pag. 22: "Lamentarsi è una caratteristica innata della specie umana. Nel Secolo del Carbone la gente imprecava contro la macchina a vapore; in una commedia di Shakespeare un personaggio lamenta l'invenzione della polvere da sparo. Mille anni dopo ci si lamentava per la fabbricazione del cervello positronico.";
  • pag. 147: "« Sei sicuro? » chiese senza riflettere, e appena l'ebbe detto si rese conto dell'inutilità della domanda. Non si chiede a un computer se è sicuro della risposta che sforna, e lo stesso vale per un computer con braccia e gambe.";
  • pag. 215: "« Non siamo capaci di costruire robot che valgano quanto un essere umano, nelle cose che contano. Figuriamoci migliori! Non siamo capaci di costruire robot con il senso della bellezza, dell'etica o della religione. Non c'è modo di elevare il cervello positronico di un centimetro sopra il perfetto materialismo. « L'ho detto, non siamo capaci. E continuerà ad essere così finché non capiremo cos'è che muove il nostro cervello, finché esisteranno cose che la scienza non può misurare. Che cos'è la bellezza, o la bontà, o l'arte, o l'amore, o Dio? Ci muoviamo sulla frontiera dell'inconoscibile e cerchiamo di capire ciò che non può essere capito. È questo che ci fa uomini.";
  • pag. 238: "« Estendere la conoscenza come fatto in sé, privo di scopo — cioè quello che tu chiami curiosità — è soltanto inefficienza. Io sono progettato per evitare l'inefficienza »".

New Wor(l)ds :

  • caporione: stor., capo di un quartiere cittadino;
  • ghenga: combriccola, cricca;
  • sego: grasso animale di colore giallo, usato nella fabbricazione di candele, saponi e sim. e come lubrificante.

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Informazioni sul libro :

Titolo originale The Caves of Steel
Editore Mondadori
Anno di prima pubblicazione 1953
Pagine 259
Legatura brossura
Prezzo € 8,80
ISBN 978-88-04-40304-3


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Un misero commento ↓

  • 1 RossellaNo Gravatar ~ 9/03/2010 @ 12:23:15

    Il rapporto fra Baley e Daneel è la cosa che rende il ciclo dei robot così interessante. I loro dialoghi, i confronti sugli argomenti. Da un lato abbiamo l'obiettività e praticità di Daneel, dall'altro l'irrazionalità di Baley, sempre portato ad agire d'impulso.
    Quando ho letto Abissi d'Acciaio sono rimasta quasi sconvolta a considerare una futura Terra nella quale gli uomini vivono rintanati sotto cupole d'acciaio, senza più sapere cosa sia il mondo esterno. Mi sono trovata a chiedermi se un giorno potrebbe accadere.
    Baley in questo volume è legato profondamente al suo pianeta, alle sue care amate corsie di velocità (che io mi immagino come delle scale mobili piatte, stile quelle che vedi nei centri commerciali). Nei volumi successivi Baley cambia a tal punto da riconsiderare le sue idee sulla Terra. Avendo letto prima il Ciclo delle Fondazioni, è straordinario notare come Pelorat abbia sentito parlare di un "eroe mitologico" che dovrebbe essere il fautore dei viaggi spaziali degli uomini e che poi in realtà è proprio il Baley di cui leggiamo qui!.
    Ogni libro di Asimov è come se aggiungesse un pezzo di puzzle al mosaico generale!

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