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La Svastica sul Sole

Scritto il 01 April 2008 alle 09:47

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"La Svastica sul Sole", di Philip K. Dick.

In quarta di copertina:

«Capolavoro di Philip K. Dick, "La svastica sul sole" è una tappa fondamentale di quella rivoluzionaria definizione dell'immaginario contemporaneo che Dick ha avviato a partire dagli anni Cinquanta con i mezzi in apparenza 'poveri' della letteratura di genere.
Le forze dell'Asse hanno vinto la seconda guerra mondiale e l'America è divisa in due parti, l'una asservita al Reich, l'altra ai Giapponesi. Sul resto del mondo incombe una realtà da incubo: il credo della superiorità razziale ariana è dilagato a tal punto da togliere ogni volontà o possibilità di riscatto. L'Africa è ridotta a un deserto, vittima di una soluzione radicale di sterminio, mentre in Europa l'Italia ha preso le briciole e i Nazisti dalle loro rampe di lancio si preparano a inviare razzi su Marte e bombe atomiche sul Giappone. Sulla costa occidentale degli Stati Uniti i Giapponesi sono ossessionati dagli oggetti del folklore e della cultura americana, mentre gli sconfitti sono protagonisti di piccoli e grandi eventi: l'antiquario collaborazionista con i suoi altolocati clienti, l'artigiano ebreo che gli fornisce falsi oggetti 'antichi', la maestra di judo che va in cerca di un'impossibile verità, sono legati fra loro dagli eventi che minacciano di far scoppiare il conflitto finale tra Germania e Giappone. E l'intera situazione è orchestrata da due libri: il millenario "I Ching", l'oracolo della saggezza cinese, e il best-seller del momento, vietato in tutti i paesi del Reich, un testo secondo il quale l'Asse sarebbe stato sconfitto dagli Alleati...
»

Considerato il classico esempio di ucronia, "La Svastica sul Sole" presenta una realtà spiazzante per il senso comune, avendo l'Asse sconfitto gli Alleati nella seconda guerra mondiale. Il mondo presenta, pertanto, zone di influenza ben differenti da quelle attuali: l'America non è una super-potenza, ma è divisa tra Germania e Giappone, l'Africa è stata oggetto di una drastica opera di desertificazione, il Mediterraneo prosciugato per lasciare il posto a coltivazioni. Tuttavia, i due paesi dominatori del mondo, sembrano sull'orlo di un conflitto mondiale.

Le enormi differenze culturali tra di essi possono trovare un riscontro dal rapporto che hanno, nella loro piccola realtà, i personaggi principali: Frank Frink, un orafo ebreo, ex-marito di Juliana, insegnante di arti marziali, l'antiquario Childan, il funzionario giapponese Tagomi e l'uomo d'affari svedese Baynes.

Come già detto riportato nella quarta di copertina, a guidare od influenzare le vite dei personaggi sono due testi: l'"I-Ching", usato per compiere divinazioni, e "La cavalletta non si alzerà più", scritto da Hawthorne Abendsen, nel quale è narrata una realtà in cui gli Stati Uniti e l'Impero Britannico hanno sconfitto Germania e Giappone, ma che si discosta comunque dalla nostra storia, poiché ciò è avvenuto senza l'aiuto dell'Unione Sovietica. Il titolo originale del libro, "The Man in the High Castle", si riferisce proprio a tale scrittore.

Il finale del libro, se così si può chiamare, è frettoloso e deludente.

Pur essendo considerato un capolavoro, sinceramente non ho trovato la storia particolarmente emozionante, anche se ho apprezzato la capacità dell'autore di creare una società credibile fondata su valori differenti da quelli comuni.

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Prossima lettura: "Miliardi di Tappeti di Capelli", Andreas Eschbach.

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Errori:

  • ovunque: piú, cioé, quaggiú, laggiú, virtú, sí, lí con accenti acuti invece che gravi; terze persone singolari del passato remoto di alcuni verbi richiedono l'accento grave, mentre è usato quello acuto (aprí, annuí).

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New Wor(l)ds:

  • vessillifero: fig., chi si fa promotore di un’idea, chi sostiene senza riserve una posizione ideologica, politica o artistica;
  • zàngola: alim., macchina per la lavorazione del burro, costituita da un recipiente cilindrico di legno o di metallo nel quale viene sbattuta, mediante un apposito dispositivo, la crema di latte;
  • sibarìtico: da sibarita, conforme alle abitudini raffinate, molli e lascive degli abitanti di Sibari;
  • diencèfalo: anat., porzione dell’encefalo compresa tra il telencefalo e il mesencefalo;
  • gavotta: mus., cor., nel XVII e XVIII sec., musica e danza con andamento moderato, di origine francese;
  • obi: abbigl., nel costume giapponese, larga cintura di seta che avvolge la vita in due o più giri e forma sul dorso un nodo ampio e voluminoso, a forma di farfalla;
  • trògolo: recipiente in legno o muratura che serve come mangiatoia per animali da fattoria;
  • mìnio: chim., composto di colore rosso, costituito da ossido salino di piombo, usato per preparare vernici antiruggine, per fabbricare vetri a piombo e, in passato, nell’industria dei cosmetici;
  • potentato: estens., centro di potere;
  • ammezzato: piano ammezzato;
  • ctònio: sotterraneo, infero, spec. con rif. alla religiosità della Grecia antica.

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Informazioni sul libro:

Titolo originale The Man in the High Castle
Editore Fanucci
Anno di prima pubblicazione 1962
Pagine 335
Legatura brossura
Prezzo € 7,90
ISBN 978-88-347-1087-8

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6 commenti ↓

  • 1 hiLLeL81No Gravatar ~ 4/04/2008 @ 09:34:18

    mmm non è esattamente una recensione emozionante, peccato perché ho comunque intenzione di leggere questo libro (in fin dei conti non può certo essere peggio di "Ingannare il tempo"). L'ucronia è un genere che ho scoperto da poco, e più della storia mi appassiona la ricostruzione dell'ambiente, a patto che sia credibile e diversa da quello attuale: questo a quanto leggo è un elemento che gioca a favore di questo libro, meglio così.

  • 2 JhackNo Gravatar ~ 4/04/2008 @ 12:43:32

    @hiLLeL81: scusa, ma finché non mi pagano per scriverle in modo positivo non posso che dire quello che provo veramente :D.

  • 3 nicocasaNo Gravatar ~ 15/04/2008 @ 20:54:31

    Ciao, sicuramente il libro non è un capolavoro letterario, però è uno dei pilastri del'autore Philip K. Dick, che io considero un maestro, nel bene e nel male.
    Ti consiglio di leggerti altre opere dell'autore, tra cui " Ma gli androidi sognano pecore elettriche", che ha ispirato "Blade Runner", "Ubik" e "Le tre stigmate di Palmer Eldricht", a meno che tu non l'abbia già fatto. Purtroppo come autore non ha mai avuto la capacità di intrattenere il lettore, anzi io ho sempre avuto dei piccoli conflitti nell'affrontare la lettura, però l'unico modo per avere una visione completa delle sue idee è leggere un buon numero di sue opere, spesso ripetitive ma complementari nell'insieme. In fondo Dick ha ispirato l'80% percento della letteratura di fantascienza dagli anni 70 in poi, perchè le sue idee sono state al tempo rivoluzionarie e molto intime.
    Però dal punto di vista letterario Bradbury lo batte a mani basse, lui sì che è uno scrittore.
    L' "I-Ching" invece merita tantissimo.
    Nico

  • 4 JhackNo Gravatar ~ 15/04/2008 @ 21:08:51

    @nicocasa: in effetti anche altri mi hanno consigliato di provare con altri suoi libri e sicuramente lo farò in futuro. Grazie per i consigli :).

  • 5 LuigiNo Gravatar ~ 28/05/2008 @ 13:37:59

    Ciao, forse sei stato solo sfortunato, nel senso che, come opera "d'ingresso" alla vasta opera del maestro P.K.D., "La svastica sul sole" può apparire ostico e pesante. Ma, se mi è consentito dare un umile consiglio, affronta invece la Trilogia di Valis, o Confessioni di un'artista di merda, tanto per citare due titoli. Credo li apprezzerai! 🙂

    Complimenti per le annotazioni sugli errori individuati sull'edizione italiana, davvero degni di un editor coi fiocchi (del resto certa editoria, lo sappiamo bene, non brilla particolarmente per cura, ma questo, ahinoi, è un altro, doloroso, discorso...)

    Ciao,

    Luigi

  • 6 JhackNo Gravatar ~ 28/05/2008 @ 18:41:28

    @Luigi: sei forse l'unico che apprezza il fatto che rilevi e riporti gli errori :D.

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