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Inferno

Scritto il 19 June 2013 alle 20:06

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"Inferno", di Dan Brown.

Dall'aletta sinistra:

Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di "infernale" ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d'azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità.
Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi.
È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard.
E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori.
Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine. Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita.
Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo.
Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l'Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell'anestetico, soltanto un incongruo "very sorry", il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti.
Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un'organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione.

Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno.

Dan Brown è stato furbo a prendere spunto dal Sommo Poeta™, che affascina l'immaginazione con la descrizione del faticoso cammino di Dante attraverso l'articolata ambientazione dell'Inferno portandoci ad affrontare la visione delle orribili ed affascinanti pene per contrappasso inflitte ai dannati.

Il principio del romanzo è inevitabilmente coinvolgente: Robert Langdon si ritrova in una stanza di un ospedale, senza avere memoria non solo della causa del ricovero, ma del perché si trovi in un Paese così lontano dal proprio. La degenza non procede con tranquillità e si trova costretto a scappare improvvisamente da chi lo vuole uccidere. L'opzione di rivolgersi alle autorità ovviamente viene scartata ben presto. Sulla sua strada trova persone che lo aiutano o che fanno di tutto per ghermirlo, ma non è mai facile capire da che parte stiano i "buoni".

Inizia così la classica "caccia al tesoro" guidata da enigmi brillantemente risolti dalle conoscenze enciclopediche di Langdon e dalla propria memoria eidetica.

La cosa più intrigante di questa lettura è stato conoscere, seppur superficialmente, il luogo in cui avviene buona parte della narrazione, ovvero Firenze. Questo mi ha reso possibile anticipare diversi sviluppi della narrazione, dandomi anche una certa soddisfazione. Per confermare un'idea che mi era venuta sulla fuga da un certo luogo sono riuscito addirittura a non usare Google, ma un libro che avevo acquistato incuriosito dalle mappe viste a Palazzo Vecchio: "La Sala delle Carte Geografiche in Palazzo Vecchio", Alessandro Cecchi, Paola Pacetti. Ingrandite l'immagine solo se non temete uno spoiler.

Finito il momento di autocelebrazione, vi dico che la tematica principale affrontata in questo romanzo è tanto semplice da comprendere quanto difficile da trattare: la sovrappopolazione della Terra segue un andamento esponenziale e, come una qualsiasi funzione esponenziale che si rispetti, s'impenna dritto pe' dritto, come direbbe un matematico. Il grafico mostrato nel libro parla molto chiaro.

Crescita popolazione umana

Crescita popolazione umana

La questione è tutt'altro che semplice: in un mondo con risorse finite come il nostro si raggiungerà un punto critico in cui non ci sarà più modo non solo di sfamare tutti, ma, ad esempio, di trovare alloggi e di gestire i rifiuti, con conseguenti problemi sanitari, di ordine pubblico, finanche allo scoppio di guerre. Quindi c'è da domandarsi se sia meglio attuare qualcosa di drastico per rallentare questa tendenza o attendere che siano carestie, epidemie e conflitti a decimare la popolazione mondiale. È difficile prendere una posizione precisa perché anche se si evolvessero le tecniche di produzione di cibo e la disciplina medica, lo spazio abitativo sarebbe comunque finito. Il troppo benessere è – non troppo paradossalmente – estremamente pericoloso se non controllato.

Tornando al racconto, è davvero ben strutturato e astutamente suddiviso in tanti capitoli che rendono la lettura fluida e chiara. Mi aspettavo che i capitoli fossero 100, per un ovvio motivo, ma non è così.

Per concludere, è il classico racconto alla Dan Brown, che ti prende dall'inizio alla fine portandoti a divorare velocemente il volume quasi senza accorgertene.

Ah, la copertina italiana batte quella originale a mani alette basse.

 


Prossima lettura: "Olympos", Dan Simmons.



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Informazioni sul libro:

Titolo originale Inferno
Editore Mondadori
Anno di prima pubblicazione 2013
Pagine 522
Prezzo 25€
ISBN 978-88-04-63144-6


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