"La Mostra delle Atrocità", di J. G. Ballard.
Dalla quarta di copertina:
L'opera che ha consacrato Ballard autore di culto, formidabile visionario, profeta dei destini del mondo. Un'opera totale che fonde la forma del romanzo, le cadenze del saggio e un apparato di note ricco come un romanzo nel romanzo, come una lucida summa delle icone della contemporaneità. Protagonista un uomo dal carattere sfaccettato e dai molti nomi (Travis, Talbot, Traven, Tallis, Talbert, Travers), e intorno (o dentro di lui?) un universo stravolto e artificiale: celebrità anatomizzate, fantasie oniriche e libere associazioni, crudeltà e pornografia, civiltà e inferno.
"Qual è il reale significato della morte di Marilyn Monroe o dell'assassinio di Kennedy? Come agiscono su di noi a livello neurale, a livello dell'inconscio? Questi eventi dei media, il suicidio della Monroe, l'assassinio di Kennedy, l'elezione di Reagan (riportata nel libro quindici anni prima dell'evento reale) hanno qualche significato nascosto nella nostra mente, influenzano la nostra immaginazione secondo modalità impreviste?"
J.G. Ballard
Una raccolta di racconti assolutamente incoerenti tra di loro e con se stessi. Non esiste un filo conduttore e diverse parti risultano alquanto oscure. Ad esempio, uno stesso protagonista assume nomi diversi, magari muore in un racconto e in un altro torna come se niente fosse.
Leggo che questi racconti sarebbero ambientati prevalentemente in una clinica psichiatrica durante una mostra delle opere create dai degenti, mostra alla quale gli stessi non possono prendere parte. Questa dovrebbe essere l'origine del titolo, ma nemmeno ciò è chiaro.
Una cosa molto chiara è come Ballard metta in relazione gli incidenti stradali e le pulsioni sessuali, convinto che vi siano molti aspetti in comune. L'apice della narrazione è l'"incidente" avvenuto a J. F. Kennedy, trattato però in modo surreale, ovvero come una gara automobilistica persa da questi e vinta da Johnson, lo starter della quale è Oswald.
Cos'altro dire? Se non si fosse capito, si tratta di un testo alquanto sperimentale che piace o non piace, senza alcuna via di mezzo. Nel mio caso è andata male.
Non ho mai avuto fortuna con Ballard (Foresta di cristallo, Il Condominio) e credo sia poco sensato riprovare con un qualsiasi altro suo scritto.
Prossima lettura: "Un lavoro sporco", Christopher Moore.
Informazioni sul libro:
Titolo originale | The Atrocity Exhibition |
Editore | Universale Economica Feltrinelli |
Anno di prima pubblicazione | 1990 |
Pagine | 195 |
Prezzo | 8,00€ |
ISBN | 978-88-07-81672-7 |
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