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Esercizi di Stile

Scritto il 13 October 2012 alle 22:36

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"Esercizi di Stile", di Raymond Queneau.

Da qualche parte:

Esercizi di stile è un esilarante testo di retorica applicata, un'architettura combinatoria, un avvincente gioco enigmistico. Tutto vero, però è anche un manifesto letterario (antisurrealista), è un tracciato di frammenti autobiografici, è la trascrizione di una serie di sogni realmente effettuati da Queneau. È perfino un testo politico, nonché un'autoparodia.
Questo è quanto emerge dalle riflessioni che Stefano Bartezzaghi ha dedicato, in un lavoro di anni, a questo libro-capolavoro.
E la sua postfazione al volume diventa complementare alla classica e sempre illuminante introduzione di Umberto Eco, del quale si conserva, ovviamente, anche la mitica traduzione.
In appendice, alcuni esercizi lasciati cadere nell'edizione definitiva, un indice preparatorio e l'introduzione, scritta da Queneau per un'edizione del 1963.

Si tratta forse dell'unico libro per il quale possa raccontarvi per intero la trama:

Verso mezzogiorno, su un autobus della linea S, un ragazzo dal collo lungo, con un cappello la cui calotta è circondata da un cordino, si lamenta con un altro utente del mezzo poiché lo urta ogniqualvolta qualcuno sale o scende. Visto un posto libero, il ragazzo vi si siede. Circa due ore più tardi, lo stesso si incontra con un amico, il quale gli consiglia di aggiungere un bottone al soprabito.

Ecco, detto così sembra tutto molto brutto e noioso. In effetti, l'autore poteva sforzarsi un attimo per trovare una scenetta più interessante, però magari nel contesto socio-culturale dell'epoca era qualcosa da far sganasciare dalle risate! Naaa, non ci credo.

Comunque sia, a partire da quella base, Queneau sviluppa 99 variazioni che vanno a toccare i più disparati registri stilistici: da quelli retorici a quelli riconducibili all'enigmistica, dall'utilizzo di linguaggi settoriali a quelli gergali. Il compito del traduttore è stato dunque estremamente arduo e, non a caso, vi si è cimentato Umberto Eco. Nella prefazione, questi spiega le difficoltà incontrate e le scelte operate per adattare l'originale francese alla lingua e, nondimeno, alla cultura italiane.

Inoltre, come ravvisa Umberto Eco stesso, trovo anch'io curioso come non siano state toccate figure retoriche classiche come, ad esempio, la sineddoche, l'anacoluto, la metonimia, l'ossimoro, il climax, così come l'autore si è limitato ad un solo lipogramma in "e", quando aveva a disposizione anche altre vocali. In quest'ultimo caso Eco ha sopperito alla mancanza e in altri ha eliminato o  sostituito completamente il testo originale poiché intraducibile, come nel caso di un linguaggio estremamente gergale.

Il fatto che vi sia il testo a fronte in lingua originale ed il fatto di aver studiato francese alle medie sono stati utili a capire quanto dell'esercizio originale fosse stato tradotto e quanto reinterpretato.

Una nota negativa è la mancanza di un qualsivoglia filo logico ed il fatto di aver presentato gli esercizi in ordine sparso. Nel complesso, però, l'ho trovato davvero curioso e non bisogna assolutamente saltare la postfazione, poiché analizza decisamente bene  la costruzione degli esercizi (a cura di Stefano Bartezzaghi, figlio del celebre enigmista).


Prossima lettura: "La mostra delle atrocità", James G. Ballard.



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Informazioni sul libro:

Titolo originale Exercices de style
Editore Einaudi
Anno di prima pubblicazione 1947
Pagine 319
Prezzo 12,50€
ISBN 978-88-06-19312-6


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Un misero commento ↓

  • 1 poluzNo Gravatar ~ 14/10/2012 @ 15:19:10

    Mitico Esercizi di Stile! L'ho sempre avuto in casa, e quando ero piccolo mi divertivo a leggerne pagine a caso!

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