Chiudi

 

Blog ad Improbabilità Infinita

L'unico blog che può trasformarvi in una balena o in un vaso di petunie

Feed RSS / Commenti RSS APML

Ma gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?

Scritto il 25 December 2009 alle 18:28

Acquista ora su laFeltrinelli.it

"Ma gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?", di Philip K. Dick.

Dall'aletta destra :

Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato all’estinzione intere specie, costringendo l’umanità ad andare nello spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli, pecore… Anche l’uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono banditi dalla Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici e di far perdere le loro tracce. A San Francisco vive un uomo che ha l’incarico di ritirare gli androidi che violano la legge, ma i dubbi intralciano spesso il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa sia davvero un essere umano…

Tragico e grottesco assieme, il romanzo di Philip Dick racconta il panorama desolato della San Francisco del futuro, il desiderio di amore e redenzione che alberga nei più umili, trasformando il genere fantascientifico in un noir cupo e metafisico.

Dopo l’enorme successo di Blade Runner, la trasposizione cinematografica di Ridley Scott, questo romanzo è diventato uno dei classici del nostro tempo, un’opera che ha influenzato la visione della metropoli futura e ha anticipato i dilemmi della bioetica contemporanea.

Avendo visto anche il film, più volte, è inevitabile paragonarli. Con ciò non voglio criticare l'uno o l'altro, considerando che ho apprezzato la storia e le ambientazioni in entrambe le versioni, ma semplicemente sottolineare le differenze che mi sono balzate agli occhi.

Innanzitutto, la San Francisco (del 1992) semi-deserta del libro è, nel film, una Los Angeles (del 2019) perennemente avvolta dall'oscurità, sovraffollata e flagellata da una pioggia incessante, ispirata sicuramente alla peggiore versione di Honk Kong che possiate immaginare. Date le condizioni della Terra dopo l'Ultima Guerra Atomica, gli abitanti sono fortemente invitati ad allontanarsi dal pianeta per trasferirsi nelle colonie extramondo (off-world), sempre che riescano a passare una visita medica che ne accerti l'assenza di mutazioni genetiche che possano compromettere la prosecuzione della razza umana. Lo slogan utilizzato nel libro è «Emigrate o degenerate! A voi la scelta!», mentre nel film è l'immagine tanto rassicurante quanto incombente di una donna che da uno schermo montato su un dirigibile recita «Una nuova vita vi attende nella colonia extramondo. Un'occasione per ricominciare in un Eldorado di nuove occasioni e di avventure».

Un'altra differenza fondamentale tra i due media è la figura del protagonista, Rick Deckard: mentre nel film è un investigatore single duro e violento, nel libro appare decisamente più sottotono per diversi motivi. È sposato con una donna che soffre di depressione che non fa nulla per uscirne, sfruttando, anzi, il modulatore d'umore Penfield, capace di indurre stati d'animo a piacere, per stare peggio. Inoltre, sempre nel romanzo, Deckard è incredibilmente ossessionato dal desiderio di riscatto sociale grazie all'acquisto di un animale vero e proprio con il quale sostituire la propria pecora elettrica: se questo può sembrare ridicolo, si pensi che il fallout atomico ha portato all'estinzione di quasi tutte le specie viventi. Gli animali sono dunque veri e propri status symbol della propria condizione sociale.

Un'altra trovata tecnologica presente solo nel libro è la cosiddetta scatola empatica, «l'oggetto più personale che si possa avere! È una prolunga del proprio corpo; è lo strumento che ci mette in contatto con gli altri umani, che ci fa smettere di essere soli» (pag. 79). Si tratta di un dispositivo elettronico che consente di condividere con gli altri utilizzatori le proprie emozioni.

Veniamo ora agli androidi, gioielli della scienza e, in particolare, quelli della serie Nexus-6, ormai praticamente indistinguibili dagli esseri umani. Tali replicanti hanno, infatti, un'intelligenza pari a quella dei propri creatori e solo degli esperti, tra cui Deckard, sono capaci di riconoscerli sottoponendoli al test di Voigt-Kampff, atto a misurare la differente velocità di reazione rispetto agli esseri umani, a seguito di domande particolari e mirate a scatenare reazioni empatiche.

Anche in questo senso c'è una differenza netta con il film: in quest'ultimo i replicanti sono così umanizzati da indurre facilmente chiunque a simpatizzare con loro, diversamente dal libro, dove sono freddi calcolatori pronti a sfruttare gli esseri umani per poter ottenere i loro scopi.

Oltre a quanto già detto, ciò che rende memorabile questo romanzo è la questione fondamentale su cui fa riflettere: cosa differenzia un umano da un androide che è capace di pensare, provare sentimenti e porsi domande sulla propria natura?

Vi invito quindi a leggere questo romanzo e a vedere il film, per poter apprezzare appieno i riferimenti filosofici e godervi anche un ottimo film di fantascienza.

Un consiglio: leggere l'introduzione di Carlo Pagetti prima del romanzo mi pare una cretinata, quindi saltatela e leggetela successivamente, ma non dopo la postfazione di Gabriele Frasca, la quale potrebbe ridurvi allo stremo dello forze.


Prossima lettura: "Le Meraviglie del Possibile - Antologia della Fantascienza", a cura di Sergio Solmi e Carlo Fruttero.


Errori :

  • ovunque: accenti acuti usati al post di quelli gravi: cosí, sí, uscí, piú, ecc.;
  • pag. 47, 1: "Mentre si recava al lavoro Rick Deckard" -> "Mentre si recava al lavoro, Rick Deckard"; si legge meglio;
  • pag. 105, 19: "la comparsa, truccato e vestito" -> "la comparsa, truccata e vestita"; capisco sia un uomo, ma bisogna concordare al femminile, o usare "figurante", ad esempio;
  • pag. 128, 3: "dò" -> "do", ormai non è più accettata la forma accentata, visto quanto sia difficile confonderlo con la nota musicale;
  • pag. 160, -6: "dànno" -> "danno"; trovo che sia inutile accentarla: con che cosa si può scambiare? Forse con daǹno o danńo :P.
  • pag. 185, -15: "dài" -> "dai", come sopra;
  • pag. 191, 13: "grazie a dio" -> "grazie a Dio", sempre che non si tratti di un "dio" generico.


Citazioni :

  • pag. 78: «La palta è fatta di oggetti inutili, inservibili, come la pubblicità che arriva per posta, o le scatole di fiammiferi dopo che hai usato l'ultimo, o gli involucri delle caramelle o l'omeogiornale del giorno prima. Quando non c'è più nessuno a controllarla, la palta si riproduce. Per esempio, se quando si va a letto si lascia un po' di palta in giro per l'appartamento, quando ci si alza il mattino dopo se ne ritrova il doppio. Cresce, continua a crescere, non smette mai» (J.R. Isidore);
  • pag. 169: «Dovunque andrai, ti si richiederà di fare qualcosa di sbagliato. È la condizione fondamentale della vita essere costretti a far violenza alla propria personalità. Prima o poi, tutte le creature viventi devono farlo. È l'ombra estrema, il difetto della creazione; è la maledizione che si compie, la maledizione che si nutre della vita. In tutto l'universo» (Mercer);
  • pag. 181: «Che si sente ad avere un figlio? Anzi che si sente a essere nati? Noi non nasciamo mica; non cresciamo; invece di morire di malattia o di vecchiaia, ci consumiamo come formiche. Sempre le formiche: ecco che cosa siamo. Cioè, non te. Voglio dire, io: macchine chitinose dotate di riflessi che non sono veramente vive» (Rachel che parla con Rick).


New Wor(l)ds :

  • rondicchio: uccello simile alla rondine ma più piccolo.
Acquista ora su laFeltrinelli.it

Informazioni sul libro :

Titolo originale Do Androids Dream of Electric Sheeps?
Editore Fanucci
Anno di prima pubblicazione 1968
Pagine 238
Legatura cartonato
Prezzo € 11,90
ISBN 978-88-347-1251-1


Post attinenti:

7 commenti ↓

  • 1 poluzNo Gravatar ~ 25/12/2009 @ 22:26:35

    È certamente uno dei romanzi che vorrei rileggere!

    PS: errore! «compromettere LO prosecuzione» 🙂

  • 2 JhackNo Gravatar ~ 25/12/2009 @ 23:52:49

    @poluz: grazie, corretto 🙂

  • 3 SilviaNo Gravatar ~ 26/12/2009 @ 00:01:07

    Io eliminerei "fra i due media" all'inizio del terzo paragrafo. Poi un piccolo errore di battitura nel quinto paragrafo "esserEi umani", nel penultimo invece ci sono due "anche" in due righe.
    Ma soprattutto: davvero leggi l'introduzione e la postfazione nei libri?

  • 4 JhackNo Gravatar ~ 26/12/2009 @ 00:10:22

    @Silvia: grazie per i suggerimenti e...sì, leggo introduzione, postfazione, prefazione e, talora, anche...l'infrazione. Questa orribile freddura è il mio regalo di Natale* 😛

    * Sebbene non lo sia più da 10 minuti!

  • 5 SilviaNo Gravatar ~ 26/12/2009 @ 00:16:33

    dopo questa battuta e il TVB di prima ti consiglio di andare a dormire immantinente.
    E comunque sono 5euri per la consulenza linguistica, sallo.

  • 6 JhackNo Gravatar ~ 26/12/2009 @ 00:23:33

    @Silvia: curioso modo di definire una pomiciata e, comunque, non credevo ti facessi pagare per quella.

  • 7 RigitansNo Gravatar ~ 7/01/2010 @ 18:12:16

    Io ho iniziato adesso a leggerlo, un regalo di mio cugino. ho letto l'intro ed è fatta per chi già mastica alla grande Dick, secondo me un errore. spero sia bello e diverso dal film, voglio vedere cose nuove 🙂

    http://blog.libero.it/rigitans

Commentami!

Puoi utilizzare i seguenti tag XHTML <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>