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La Leggenda di Sigurd e Gudrún

Scritto il 22 November 2009 alle 18:44

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"La Leggenda di Sigurd e Gudrún", di J.R.R. Tolkien, a cura di Christopher Tolkien.

Dall'aletta sinistra :

Dopo I figli di Hùrin, dalle ancora non del tutto esplorate miniere letterarie di J.R.R.Tolkien emerge, grazie alle incessanti ricerche del figlio Christopher, un nuovo, prezioso inedito, per la gioia degli appassionati del “padre” di Il Signore degli Anelli e delle saghe nordiche. A esse, infatti, e in particolare al ciclo di Sigurd e di Gudrún, si rifà il grande narratore inglese ispirandosi all’Edda, alla Canzone dei Nibelunghi e alla Saga dei Volsunghi. Ecco allora susseguirsi prima le eroiche e tragiche avventure di Sigurd, l’uccisore del drago Fafnir che custodisce l’oro dei Nibelunghi, sino alla conquista della valchiria Brynhildr che Sigurd risveglierà dal suo sonno magico per poi inoltrarsi sul sentiero di un terribile destino sposando Gudrún. E quindi la storia della stessa Gudrún, inconsolabile vedova di Sigurd, di cui seguiamo, con tutta la suspense che l’epica autentica sa suscitare, la personale storia di vendetta che ricorda una tragedia greca trasporta nel Nord Europa. Una storia che passa attraverso il matrimonio con il malvagio re degli Unni, Atli attirato da Gudrún in una vera e propria trappola mortale. Un poema che affonda le sue radici nelle antichissime epopee mitiche della tradizione occidentale restituendocene l’afflato inconfondibile insieme a una sensibilità fantastica del tutto contemporanea, che da più di mezzo secolo continua ad affascinare lettori di ogni nazione e di ogni età.

Innanzitutto, posso vantarmi di possedere un'edizione particolare: la copertina rigida è stata assemblata (o stampata) capovolta rispetto alle pagine contenute. Magari potrà valere qualcosa in futuro 🙂

La storia è già descritta perfettamente nell'aletta sinistra, riportata sopra, dunque non ho intenzione di ripeterla.

Quello che voglio dire è che l'ho trovato difficile e talora noioso da leggere per la mole di informazioni, introduzioni, prefazioni, postfazioni, riferimenti e quant'altro. Capisco che il figlio di Tolkien si sia ritrovato a dover ordinare materiale del padre dal più consistente al più illeggibile e non datato, ma questa sua necessità di giustificare ogni cosa rende la narrazione davvero pesante.

Per intenderci, l'indice condensato è il seguente (in grassetto l'opera vera e propria di Tolkien):

  • 7->16: Prefazione
  • 19->22: Introduzione
  • 29->74: Introduzione all'Edda poetica
  • 75->77: Nota alla traduzione
  • 81->202: Il nuovo lai dei Volsunghi
  • 205->281: Commento al Nuovo lai dei Volsunghi
  • 285->340: Il nuovo lai di Gudrún
  • 343->369: Commento al Nuovo lai di Gudrún
  • 373->419: Appendici A, B, C
  • 423->436: Postfazione all'edizione italiana

Considerando che l'opera di Tolkien è in versi, capirete come occupi decisamente meno della metà del libro stesso.

Per quanto ho detto, trovo che sia poco onesto venderlo spacciandolo per narrativa, quando rientra chiaramente nella saggistica.

Per poterlo apprezzare pienamente bisogna davvero essere dei fan accaniti di Tolkien e lo sconsiglio fortemente ad un lettore casuale, perché potrebbe disprezzare il Maestro a causa di suo figlio.


Prossima lettura: "Foresta di Cristallo", di James G. Ballard.


Errori :

  • pag. 25, 13: "del'antico" -> "dell'antico";
  • pag. 168, -10: "andra" -> "andrà";
  • pag. 173, -6,-5: "[...] una spada tra loro. appoggiata e snudata." -> "[...] una spada tra loro, appoggiata e snudata." o al limite "[...] una spada tra loro. Appoggiata e snudata.";
  • pag. 207: "conlusione" -> "conclusione".

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Informazioni sul libro :

Titolo originale The Legend of Sigurd and Gudrún
Editore Bompiani
Anno di prima pubblicazione 2009
Pagine 436
Legatura cartonato
Prezzo € 25,00
ISBN 978-88-452-6343-9


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3 commenti ↓

  • 1 poluzNo Gravatar ~ 23/11/2009 @ 10:29:15

    Secondo me è roba che si sta inventando il figlio!! 😉

  • 2 hillel81No Gravatar ~ 25/11/2009 @ 00:37:46

    Mah... se il figlio è noioso non può che aver ripreso dal padre. Trovo tutta la narrativa di Tolkien sopravvalutata. L'unica cosa che ho letto per cui accetto che venga celebrato è l'intreccio narrativo del Signore degli anelli. Ma anche lì sa essere a tratti davvero lento e noioso. Tutte queste opere pubblicate post-mortem tuttavia sono oro colato per i suoi fans, oltre che oro coniato nelle tasche del figlio.

  • 3 AndreaNo Gravatar ~ 27/08/2010 @ 01:27:30

    Purtroppo, queste ultime opere, a partire dalla History of middle earth sono infarcite di commenti e spiegazioni che riempiono più della metà dei libri, e Tolkien se fosse vivo non avrebbe mai voluto questo. Personalmente le uniche opere postume di Tolkien che apprezzo sono il Silmarillion (assolutamente necessario se si vuole esplorare il ricco aspetto mitologico del mondo tolkeniano) e i Racconti incompiuti. Dopodichè mi sembra che Christopher si sia fatto prendere un pò la mano, in tutti i sensi.
    Voglio anche fare una precisazione: Tolkien non va lodato tanto per la sua capacità di narrare, ma piuttosto per il genio che ha dato vita a un intero mondo immaginario con i suoi popoli, le sue lingue, la sua storia (e la sua mitologia) e la sua geografia.
    Degno di nota è anche l'aver affrontato il tema della morte e della ricerca dell'immortalità, molto presente nel Silmarillion, ma anche nel Signore degli anelli attraverso il matrimonio tra Aragorn e Arwen.

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