"I Reietti dell'Altro Pianeta", Ursula K. Le Guin.
In quarta di copertina (leggetela per capire ciò che dico dopo) :
Due pianeti gemelli, Urras e Anarres. Il primo, quasi desertico, non ha mai favorito gli insediamenti umani finché non vi sono giunti i seguaci di Odo, in contrasto insanabile con la società del benessere che prospera su Anarres. Da allora, gli Odoniani hanno creato una società di sopravvivenza, consona ai loro ideali: una "fratellanza" da cui sono esclusi i concetti di proprietà, di governo e di autorità. I contatti fra i due pianeti sono limitati e un muro chiude il porto franco in cui scendono le navi spaziali anarresiane, salvaguardando gli «anarchici», i nullatenenti di Urras, dalle idee (non meno che dai microbi) di Anarres... Nel ritratto di due opposti modi del vivere civile (una società opulenta e una fondamentalmente anarchica, sebbene percorsa da una rete di «precetti» e di «rituali»), Ursula K. Le Guin mostra l’essenziale senso della Storia come «lavoro da fare» tra rischi e incertezze e porta la fantascienza all’altezza della grande letteratura.
Quella che avete appena letto è una descrizione assolutamente sbagliata: sostanzialmente hanno invertito i nomi di Urras e Anarres, ma non solo.
I pianeti non sono per niente gemelli, anzi sono nettamente differenti come costituzione: Urras è paragonabile alla nostra Terra, mentre Anarres è una luna di Urras, arida ed inospitale, definita pianeta solo per il fatto di possedere un'atmosfera propria. I seguaci di Odo hanno scelto volontariamente l'esilio per costituire su Anarres una società anarchica priva di istituzioni e del concetto di proprietà privata. Nel corso dell'evoluzione, la società anarresiana si è dimostrata migliore di quella capitalistica che caratterizza Urras.
In questo contesto si muove il protagonista del romanzo, Shevek, uno scienziato anarresiano invitato su Urras per i suoi meriti scientifici: lo sviluppo di una teoria che porterebbe a viaggi istantanei in qualunque parte dello spazio.
Imparando a conoscere la cultura di Urras, e consapevole della propria, sente il bisogno di abbattere quel muro tanto impalpabile quanto apparentemente invalicabile che separa il pianeta dalla propria luna.
È sicuramente un'esposizione interessante di una possibile società utopica, ma ho trovato la storia poco avventurosa per i miei gusti.
Prossima lettura: "La Caduta di Hyperion", di Dan Simmons.
Errori :
- quarta di copertina: hanno invertito i nomi di Anarres e Urras, ma anche il concetto secondo cui gli Urrasiani vogliano difendersi dalle idee di Anarres, più che il contrario;
- ovunque: si mandano a capo le parole dopo l'
apostrofo (chiaro l'
esempio?); - pag. 52, -3: "La sofferenza è la condizione a cui viviamo" -> "La sofferenza è la condizione in cui viviamo";
- pag. 53, -13: "Gli altri continuano a pretendere di essere felici, oppure, semplicemente, si rifugiano nell'ottusità". Secondo me il traduttore traduce "pretend" con "pretendere" invece che "fingere". E così nel resto del libro.
Citazioni :
- pag. 165: «Il modo per vedere quanto sia bella la terra, è vederla dalla Luna. Il modo per vedere quanto sia bella la vita, è vederla dalla posizione elevata della morte».
New Wor(l)ds :
- magazzeno: variante settentrionale di magazzino;
- portativa: strumento a corde di piccole dimensioni, arpa.
Informazioni sul libro :
Titolo originale | Dispossessed. An ambiguous utopia |
Editore | Nord |
Anno di prima pubblicazione | 1974 |
Pagine | 333 |
Legatura | brossura |
Prezzo | € 9,00 |
ISBN | 978-88-429-1529-4 |
Post attinenti:
Nessun commento ↓
Non ci sono commenti. Vuoi essere il primo?
Commentami!