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I Reietti dell'Altro Pianeta

Scritto il 24 October 2009 alle 13:06

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"I Reietti dell'Altro Pianeta", Ursula K. Le Guin.

In quarta di copertina (leggetela per capire ciò che dico dopo) :

Due pianeti gemelli, Urras e Anarres. Il primo, quasi desertico, non ha mai favorito gli insediamenti umani finché non vi sono giunti i seguaci di Odo, in contrasto insanabile con la società del benessere che prospera su Anarres. Da allora, gli Odoniani hanno creato una società di sopravvivenza, consona ai loro ideali: una "fratellanza" da cui sono esclusi i concetti di proprietà, di governo e di autorità. I contatti fra i due pianeti sono limitati e un muro chiude il porto franco in cui scendono le navi spaziali anarresiane, salvaguardando gli «anarchici», i nullatenenti di Urras, dalle idee (non meno che dai microbi) di Anarres... Nel ritratto di due opposti modi del vivere civile (una società opulenta e una fondamentalmente anarchica, sebbene percorsa da una rete di «precetti» e di «rituali»), Ursula K. Le Guin mostra l’essenziale senso della Storia come «lavoro da fare» tra rischi e incertezze e porta la fantascienza all’altezza della grande letteratura.

Quella che avete appena letto è una descrizione assolutamente sbagliata: sostanzialmente hanno invertito i nomi di Urras e Anarres, ma non solo.

I pianeti non sono per niente gemelli, anzi sono nettamente differenti come costituzione: Urras è paragonabile alla nostra Terra, mentre Anarres è una luna di Urras, arida ed inospitale, definita pianeta solo per il fatto di possedere un'atmosfera propria. I seguaci di Odo hanno scelto volontariamente l'esilio per costituire su Anarres una società anarchica priva di istituzioni e del concetto di proprietà privata. Nel corso dell'evoluzione, la società anarresiana si è dimostrata migliore di quella capitalistica che caratterizza Urras.

In questo contesto si muove il protagonista del romanzo, Shevek, uno scienziato anarresiano invitato su Urras per i suoi meriti scientifici: lo sviluppo di una teoria che porterebbe a viaggi istantanei in qualunque parte dello spazio.

Imparando a conoscere la cultura di Urras, e consapevole della propria, sente il bisogno di abbattere quel muro tanto impalpabile quanto apparentemente invalicabile che separa il pianeta dalla propria luna.

È sicuramente un'esposizione interessante di una possibile società utopica, ma ho trovato la storia poco avventurosa per i miei gusti.


Prossima lettura: "La Caduta di Hyperion", di Dan Simmons.


Errori :

  • quarta di copertina: hanno invertito i nomi di Anarres e Urras, ma anche il concetto secondo cui gli Urrasiani vogliano difendersi dalle idee di Anarres, più che il contrario;
  • ovunque: si mandano a capo le parole dopo l'
    apostrofo (chiaro l'
    esempio?);
  • pag. 52, -3: "La sofferenza è la condizione a cui viviamo" -> "La sofferenza è la condizione in cui viviamo";
  • pag. 53, -13: "Gli altri continuano a pretendere di essere felici, oppure, semplicemente, si rifugiano nell'ottusità". Secondo me il traduttore traduce "pretend" con "pretendere" invece che "fingere". E così nel resto del libro.

Citazioni :

  • pag. 165: «Il modo per vedere quanto sia bella la terra, è vederla dalla Luna. Il modo per vedere quanto sia bella la vita, è vederla dalla posizione elevata della morte».

New Wor(l)ds :

  • magazzeno: variante settentrionale di magazzino;
  • portativa: strumento a corde di piccole dimensioni, arpa.
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Informazioni sul libro :

Titolo originale Dispossessed. An ambiguous utopia
Editore Nord
Anno di prima pubblicazione 1974
Pagine 333
Legatura brossura
Prezzo € 9,00
ISBN 978-88-429-1529-4


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