Chiudi

 

Blog ad Improbabilità Infinita

L'unico blog che può trasformarvi in una balena o in un vaso di petunie

Feed RSS / Commenti RSS APML

Per Tutti i Diavoli dell'Universo

Scritto il 27 June 2008 alle 17:58

"Per Tutti i Diavoli dell'Universo", di Arthur C. Clarke, Robert Sheckley, Fredric Brown e Lester del Rey.

In quarta di copertina:

La fantascienza, oltre che essere una «letteratura di idee», in quanto precorre spesso la scienza, è anche uno dei generi letterari più completi che sia possibile immaginare. Infiniti sono i temi che essa può affrontare, e in questa antologia, firmata da quattro autori fra i più grandi che la SF annoveri, sono stati riuniti nove pezzi di bravura attorno a un unico tema: la religione. Una religione che nulla ha a che fare con il catechismo, beninteso. Una religione che spesso prende lo spunto da fatti notissimi o da credi che si perdono nella notte dei tempi. Il Diavolo, come ce lo ha tramandato l'iconografia medievale, ha fornito lo spunto ad Arthur C. Clarke per quello che da molti è ritenuto il suo capolavoro. Lo stesso Diavolo ha invece ispirato a Fredric Brown un racconto ironico. Il comandamento biblico Non avrai altro Dio è stato capovolto da un dissacrante del Rey in Non avrai altro popolo (e non è facile immaginare come ci sia riuscito). Robert Sheckley rappresenta qui la nota umoristica, con due trovate davvero geniali e sferzanti. Non poteva mancare, naturalmente, una puntatina nella religione della Grecia classica: I flauti di Pan, sempre di del Rey. Ma non crediate che qui Pan sia nel suo mondo bucolico, tra pastori e fauni. Assolutamente no. Lo incontriamo invece sperduto in mezzo al traffico di una grande città americana, alle prese con l'ufficio collocamento e con molti altri problemi che, forse per i comuni mortali, non rappresentano scogli insormontabili, ma che per un dio, seppure un dio mitologico, lo sono, eccome. Avvertenza importante: per gustare questa antologia non c'è bisogno né di essere credenti, né di essere atei, né di appartenere a una delle numerosissime categorie intermedi. È preferibile essere appassionati di fantascienza, ma anche questo non è strettamente necessario.

Come mi sia venuto in mente di andare alla ricerca di un libro di fantascienza del 1977, non più in commercio, è presto detto: per non so quale motivo, sono venuto a conoscenza di un racconto breve intitolato "I nove miliardi di nomi di Dio", di Arthur C. Clarke, la cui trama ha attivato la mia curiosità. Ho indagato ed ho scoperto la sua presenza in questa antologia. Qualche mese dopo sono riuscito a trovarlo ed acquistarlo su eBay. Visto che i racconti sono di autori diversi e non sono tanti, scriverò un commentino per ognuno di essi; il che vuol dire che verrà fuori un post parecchio lungo :D.

Le guide del tramonto (Childhood's End, 1953) - Arthur C. Clarke

Nel corso della lotta allo spazio tra USA e Russia una razza di alieni, definiti dai terrestri Superni (Overlords), impone la sua dominazione ai terrestri, forte della propria cultura e tecnologia estremamente avanzate; tuttavia, tale controllo è assolutamente benevolo e porta la pace in tutto il mondo, insieme ad un elevato il tenore di vita senza precedenti nella Storia. Ma la curiosità umana non ha limite: perché i Superni rimangono sospesi sulla Terra a bordo di navi spaziali e non si mostrano in alcun modo, comunicando in modo indiretto con un solo rappresentante terrestre?

Ben prima della fine del libro mostreranno le loro sembianze all'umanità e forniranno una spiegazione per la loro reticenza, ma la motivazione profonda sarà estremamente affascinante e straniante, e saranno in pochi a saperla. Nel corso di questo lungo periodo di estremo benessere, una vera e propria "età dell'oro", il progresso scientifico si è arrestato, anche a causa dello sconforto indotto dalla palese inferiorità tecnologica rispetto ai Superni; l'umanità è stata resa via via sempre più omogenea, a scapito delle tradizioni dei singoli popoli ed è stata confinata sulla Terra, senza la possibilità di guadagnare lo Spazio. Lo stato di felicità, svago e divertimento appartiene ad ogni singola persona, ma a scapito della libertà. La domanda fondamentale è: qual è lo scopo ultimo dei Superni?

Se ve lo dicessi, che gusto ci sarebbe a leggere il libro? Considerando l'anno di prima pubblicazione, si tratta di un notevole condensato di idee originali: tanto per citarvene una, delle astronavi aliene di dimensioni impressionanti in volo sulle capitali mondiali non vi ricorda niente?

Ho trovato, inoltre, delle tematiche in comune con il "Ciclo delle Fondazioni" di Isaac Asimov: per non rovinarvi la trama posso riferirmi a quella meno "importante", ovvero quella che Asimov ha definito "psicostoria". Ve la spiego con il testo di Clarke: «Una collettività umana consiste di individui la cui condotta, in quanto tali, non è prevedibile. Ma se si prende in considerazione un numero sufficiente di unità fondamentali, allora certe leggi cominciano ad affiorare, come era sato scoperto già da molto tempo da alcune società di assicurazioni.».

La capacità di Clarke di analizzare razionalmente fenomeni, situazioni, comportamenti delle masse e dei singoli individui rendono questo racconto davvero completo e più che sufficiente a giustificare la lettura di questa antologia (un po' anche perché occupa i 2/3 dell'intero libro :P).


L'ultima battaglia (The Battle, 1958) - Robert Sheckley

Questo racconto dura giusto quattro pagine e tratta del Secondo Avvento, in cui l'esercito umano dà il via all'Ultima Battaglia contro Satana e le legioni dell'Inferno. A combattere per l'umanità sono dei robot specializzati in diverse mansioni.

C'è poco altro da dire, se non che il finale è sicuramente inaspettato, ma niente di che, almeno per me!


I flauti di Pan (The Pipes of Pan, 1964) - Lester del Rey

Il dio Pan, busto umano, fianchi e zampe caprini, riccioli tra cui spuntavano due corna ed una barba ispida, accorre in aiuto del suo ultimo adoratore, tale Fred Emmet, passa a miglior vita. Secondo una legge divina, si prospettano due strade per Pan: morire o guadagnarsi da vivere lavorando nel mondo degli uomini. Ma il suo aspetto sarebbe tutt'altro che normale per chiunque, specialmente le vistose corna. Camuffato un po' alla meglio sceglie di trovarsi un lavoro, raggiungendo la città più vicina.

Un racconto malinconico e buffo, senza nessuna pretesa.


I nove miliardi di nomi di Dio (The Nine Billion Names of God, 1958) - Arthur C. Clarke

Ad una ditta viene chiesto di fornire ad un monastero tibetano un elaboratore elettronico. La richiesta è del Lama ed è da lui stesso motivata: è ormai da tre secoli che i monaci compilano una lista con tutti i possibili nomi di Dio, in modo da identificare i veri nomi. In particolare, ritengono che tutti quei nomi possano essere scritti con parole di non più di nove lettere, in un alfabeto di loro invenzione. Le previsioni iniziali erano di circa 1.500 anni per il completamento dell'opera, ma con l'aiuto del calcolatore la stima sarebbe stata di "soli" altri 100 anni. Ma il motivo per cui i monaci vogliono portare a termine quell'opera, all'apparenza folle, è ben più terribile.

Sicuramente una storia originale, ma mi aspettavo qualcosa di più: è un peccato che sia così corta!


La stella (The Star, 1955) - Arthur C. Clarke

Un gruppo di scienziati è stato inviato ai confini dello spazio conosciuto per studiare un sistema solare situato a "tremila anni luce dal Vaticano", dove millenni prima la stella che ne fa parte si è trasformata in supernova. L'unico pianeta a non essere stato vaporizzato in seguito all'immane esplosione della stella è quello più distante e dalla sua osservazione è inequivocabile la presenza di una cripta segnalata in modo tale da poter essere trovata con certezza assoluta a secoli di distanza. Ciò che è contenuto in quel luogo è l'estremo sforzo di una civiltà consapevole della sua imminente ed ineluttabile fine: "chilometri e chilometri di nastro magnetico e [...] migliaia di fotografie" che riassumono lo scibile di tale popolo. Una cultura estremamente evoluta, forse più di quella umana, ma incapace di viaggi interstellari e, pertanto, destinata all'estinzione. Un membro dell'equipaggio, dal cui punto di vista avviene la narrazione, è un astrofisico gesuita, il quale in seguito a tale scoperta, si trova davanti ad una profonda crisi di fede: infatti, da calcoli precisi risulta che la luce prodotta in seguito all'esplosione della supernova ha raggiunto la Terra in un anno ben definito. Un racconto ben orchestrato con un finale davvero imprevedibile che si risolve nell'ultima frase. Una verità sconvolgente ed incomprensibile per qualunque credente.

Originale e sufficientemente corto per non essere noioso, visto che è privo di discorsi diretti.


Ma che pianeta mi hai fatto? (Budget Planet, 1968) - Robert Sheckley

Due ingegneri, Orin e Brookside, sono al loro primo progetto indipendente di un pianeta. Il loro datore di lavore, Maudsley, ha parecchio da ridire sul loro operato, poiché vuole risparmiare in ogni modo sulle "materie prime": il sole che scalda il pianeta, le montagne, gli alberi, la fauna, e così via.

Sul pianeta in costruzione viene a trovarsi Carmody, un viaggiatore in cerca della strada per la Terra, scambiato inizialmente per una statua. Maudsley prende spunto dalla situazione per raccontare un anedotto sulla Terra, quando era ancora un piccolo appaltatore ed un "vecchio signore alto, con gli occhi penetranti e una lunga barba bianca, venne da me per ordinarmi un pianeta". Scontento di come era stato creato, intraprende una profonda discussione filosofica con Maudsley, il quale cerca in tutti i modi di vendergli come buone le caratteristiche del pianeta.

Troppo filosofico per i miei gusti, ma, tutto sommato, interessante.


La risposta (Answer, 1954) - Fredric Brown

Mi chiedo se la collocazione di questo racconto sia stata astutamente studiata, visto il titolo di quello che lo precede :).

È il momento della verità: Dwar Ev si accinge ad ultimare l'ultimo collegamento che metterà in comunicazione le "gigantesche calcolatrici elettroniche di tutti i pianeti abitati dell'universo — novantasei miliardi di pianeti — formando il supercircuito da cui sarebbe uscita la supercalcolatrice, un'unica macchina cibernetica racchiudente tutto il sapere di tutte le galassie".

Dwar Reyn pone una domanda cui nessun calcolatore avrebbe potuto rispondere da sola: "C'è, Dio?".

La risposta è tanto semplice quanto terrificante.

Il racconto dura una facciata ed un terzo, ma è davvero sconvolgente.


Non avrai altro popolo (For I am a Jealous People, 1973) - Lester del Rey

Il reverendo Amos Strong viene a sapere, durante una sua funzione, della morte del suo figlio Richard nella battaglia della Luna: già da tempo presa d'assedio ha subìto la conquista da parte di mostri extra-terrestri antropomorfi dalla pelle verde, privi di naso, tozzi e muscolosi, ora intenti a sopraffare anche la Terra.

Morta la moglie Ruth in seguito ad un attacco e prossima a subire un attacco in piena regola la città in cui si trovano, Amos cerca di fuggire e, dopo essere stato catturato e successivamente riuscito a scappare, assiste ad una scena sconvolgente nella sua stessa chiesa: preti alieni con paraventi sono inginocchiati davanti ad una cassetta di legno con sopra un velo dietro cui splende qualcosa senza luce. Nella sua testa giunge un messaggio chiaro: "IO SONO COLUI CHE SONO, colui che li liberò dalla schiavitù in Egitto e che scrisse sulla parete davanti a Baldassarre MENE MENE TEKEL UPHARSIN, come sarà scritto ovunque sulla Terra da questo giorno in avanti. Perché Io ho detto alla discendenza di Mikhtchah: tu sei il mio popolo eletto e Io ti esalterò sopra tutte le razze sotto il cielo!."

Abbandonato da Dio, Amos non accetta passivamente la volontà di un dio che ha prediletto una razza che commette atrocità ingiustificate verso il popolo umano e, forte della scienza, fa un annuncio sorprendente ai fedeli. Quello lo lascio alla vostra lettura, mentre vi riporto la citazione che apre l'ultimo capitolo. Mentre in quelli precedenti erano citati brani di scritture sacre tradizionali, quali "Il libro degli ebrei" o "Il libro dei cristiani", quanto segue è preso da un fantomatico "Libro dell'uomo":

"... Tu non avrai altro popolo all'infuori di me... Tu non stipulerai patto alcuno con loro contro di me.... Tu non ti concederai loro,  Tu non sarai loro schiavo... perché io sono un popolo geloso..."

Poteva essere un po' accorciato, senza perdere nulla, ma, tutto sommato, è davvero profonda la tematica che affronta, se si considera che, molto probabilmente, non siamo gli unici nell'Universo.


Le ali del diavolo (Rustle of Wings, 1953) - Fredric Brown

Johnny va a vivere a 10 anni con Gram, una metodista, e Gramp, un agricoltore ateo, giocatore di poker. Una sera Gramp inizia una partita di poker con un commerciante di sementi, Charles Bryce, il quale, a fine serata si accaparra tutti i soldi in gioco. A questo punto, Bryce propone una scommessa a Gramp: scommette che, in fondo in fondo, Gramp è superstizioso e punta tutto quello che ha guadagnato contro un solo dollaro.

Procuratosi un foglio, Bryce sfida Gramp a scrivere e firmare la dichiarazione "Per quattordici dollari io vendo la mia anima". Dopo aver scritto parte della frase, e dopo sorrisi forzati, lascia il denaro a Bryce.

Molti anni dopo Johnny le chiese se lei lo avrebbe mai fermato nel caso in cui avesse provato a firmare, e la sua risposta è davvero particolare.

Se fosse un problema di matematica, vi chiederei "quanto aveva vinto prima dell'ultima scommessa Bryce?", ma, visto che si tratta di una recensione, non mi resta che dire che si tratta di un racconto "carino", ma nulla più.


Traendo le conclusioni, si tratta di un'antologia di racconti complessivamente affascinanti che possono portare a profonde riflessioni su tematiche religiose, ma che, parimenti, possono tranquillamente essere letti su un piano puramente fantascientifico, senza troppe pretese. La consiglio agli amanti di questo genere letterario, ma, vista la brevità dei racconti, può essere affrontata da chiunque, sempre che riesca a reperirlo in giro :).

---

Prossima lettura: "Tutti i racconti 1923-1926", H.P. Lovecraft.

~~~

Errori:

  • pag. 91, -2: "domondava" -> "domandava";
  • pag. non ricordo: una coniugazione del verbo "sbollonzolare", che non ritengo esistere;
  • pag. 128, -15,-14,-13: mai capitato prima, riga -14 copiata dalla 9 e inserita a caso ("lioni, ma le macchine superavano questa cifra di almeno cen");
  • pag. 252, 6: due virgole in successione (,,).

~~~

Citazioni:

  • pag. 169-170: "Una collettività umana consiste di individui la cui condotta, in quanto tali, non è prevedibile. Ma se si prende in considerazione un numero sufficiente di unità fondamentali, allora certe leggi cominiciano ad affiorare, come era stato scoperto già da molto tempo da alcune società di assicurazioni";
  • pag. 295: "Siamo a tremila anni luce dal Vaticano, qui. Una volta credevo che lo spazio non potesse nulla contro la fede, come anche credevo che i cieli proclamassero la gloria dell'opera del Signore. Ora ho visto quest'opera, e la mia fede è orrendamente scossa.";
  • pag. 307: "Attenti a maneggiare l'astro! — gridò Maudsley ai due. — Usate i guanti, mi raccomando. È roba che scotta!";
  • pag. 308: "Cosa credete, che le montagne crescano sugli alberi? Abbassarle, abbassarle, e quel che avanza farlo riportare subito in magazzino";
  • pag. 312: "Un vechio signore alto, con gli occhi penetranti e una lunga barba bianca, venna da me per ordinarmi un pianeta. Eseguii il lavoro alla svelta, in sei giorni, credo, e pensavo che fosse finita lì. Era un altro dei soliti pianeti in economia, e avevo tirato un po' via, qua e là. Ma a sentire le lagnanze del proprietario, si sarebbe detto che gli avessi dato chissò quale fregatura.";
  • pag. 335: "La ferita era orribile, ma forse Doc avrebbe potuto far qualcosa, anche se non era un veterinatio. Se si fosse trattato di un essere umano, avrebbe fatto di tutto per cercare di salvarlo. Il cane scoprì i denti, e Amos si aspettò che ringhiasse. Invece la lingua umida tornò a lambirlo, come per fargli capire che accettava il suo destino e lo ringraziava. Lui lo carezzò, chiuse gli occhi e premette il grilletto. Il cane non ebbe nemmeno il tempo di guaire. Se si fosse dibattuto, se avesse lottato contro il destino, se avesse cercato di voler vivere a qualunque costo... invece si era sottomesso alla decisione di chi considerava un essere superiore. Rover aveva accettato... e Rover era morto.";
  • pag. 350: "L'uomo possiede una dote impossibile anche a un essere onnipotente come il tuo Dio. L'uomo può essere coraggioso. Può dimostrare un coraggio che rasenta la follia quando deve difendere una persona o un'idea. Amos, il tuo Dio mi fa pena, se penso che l'uomo un giorno potrà combatterlo.";
  • pag. 355: "IO SONO COLUI CHE SONO, colui che li liberò dalla schiavitù in Egitto e che scrisse sulla parete davanti a Baldassarre MENE MENE TEKEL UPHARSIN, come sarà scritto ovunque sulla Terra da questo giorno in avanti. Perché Io ho detto alla discendenza di Mikhtchah: tu sei il mio popolo eletto e Io ti esalterò sopra tutte le razze sotto il cielo!".

~~~

New Wor(l)ds:

  • connessura: connessione; anche fig., stretta relazione, attinenza;
  • stazzonato: sgualcito: hai la giacca tutta stazzonata | di stoffa, stropicciata artificialmente per ottenere un particolare effetto;
  • sinecura: ufficio, occupazione o carica che comporta un modesto onere di impegni e responsabilità;
  • ticchio: idea bizzarra e improvvisa, capriccio, ghiribizzo;
  • equoreo: del mare, marino;
  • ululo: ululato, spec. di vento e sim.;
  • bubbolare: del tuono, del mare, rumoreggiare in lontananza;
  • ingrommare: incrostare, coprire di gromma.

---

Informazioni sul libro:

Editore Editoriale Corno
Anno di prima pubblicazione 1977
Pagine 383
Legatura cartonato
Prezzo all'epoca, 10.000 lire
ISBN non presente


Post attinenti:

Nessun commento ↓

  • Non ci sono commenti. Vuoi essere il primo?

Commentami!

Puoi utilizzare i seguenti tag XHTML <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>