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Tutti i Racconti 1897-1922 / H.P. Lovecraft

Scritto il 13 May 2008 alle 01:53

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"Tutti i Racconti 1897-1922", di H.P. Lovecraft, a cura di Giuseppe Lippi.

In quarta di copertina:

Da Robert Bolch a Fritz Leiber, Henry Kittner e, indirettamente, Ray Bradbury, Lovecraft ha esercitato un influsso determinante su gran parte della narrativa fantastica del dopoguerra. Nei racconti Lovecraft rivela l'invidiabile capacità di gettare un ponte tra il mondo dei sogni e quello della veglia, finché a poco a poco l'uno trascolora nell'altro in un amalgama originalissimo. Abissi senza fondo che si spalancano su altre sfere di realtà, corridoi sotterranei che si snodano sotto le fondamenta di edifìci familiari, esseri mostruosi che riempiono, al tempo stesso, di meraviglia e di terrore: i protagonisti della narrativa lovecraftiana non sono esseri umani, ma terribili forze arcane dell'ignoto. Questo volume di racconti, che va dal 1897 al 1922, si suddivide in tre parti: la prima comprende tutti i racconti del periodo maturo, la seconda quelli giovanili e la terza quelli scritti in collaborazione.

Come si può aver già intuito, si tratta di un'antologia di racconti scritti da Howard Phillips Lovecraft - indovinate un po' - dal 1897 al 1922.

Si tratta del primo volume di questa raccolta, che comprende complessivamente:

L'elenco è precisamente il seguente (salta l'elenco):

Racconti:

  • La tomba (1917)
  • Dagon (1917)
  • La stella polare (1917)
  • Oltre il muro del sonno (1919)
  • Memoria (1919)
  • Ex-Barone (1919)
  • La scomparsa di Juan Romero (1919)
  • La Nave Bianca (1919)
  • La rovina di Sarnath (1919)
  • La dichiarazione di Randolph Carter (1919)
  • Il Terribile Vecchio (1920)
  • L'albero (1920)
  • I gatti di Ulthar (1920)
  • Il Tempio (1920)
  • La verità sul defunto Arthur Jermyn e la sua famiglia (1920)
  • La strada (1920)
  • Celephaïs (1920)
  • Dall'altrove (1920)
  • Nyarlathotep (1920)
  • Un'illustrazione e una vecchia casa (1920)
  • Ex Oblivione (1920-1921)
  • La città senza nome (1921)
  • La ricerca di Iranon (1921)
  • La palude della luna (1921)
  • L'estraneo (1921)
  • Gli altri dei (1921)
  • La musica di Erich Zann (1921)
  • Herbert West, rianimatore (1921-1922)
  • Hypnos (1922)
  • Sui raggi di luna (1922)
  • Azathoth (1922)
  • Il segugio (1922)
  • La paura in agguato (1922)

Racconti giovanili:

  • La bottiglia di vetro (1897)
  • La caverna segreta, o l'avventura di John Lee (1898)
  • Il mistero del camposanto, o la vendetta del morto (1898)
  • La nave misteriosa (1902)
  • L'essere nella caverna (1905)
  • L'alchimista (1908)

Racconti scritti in collaborazione revisioni:

  • Il Prato verde (1918-1919)
  • La poesia e gli dei (1920)
  • La visione del caos (1920-1921)
  • L'orrore di Martin's Beach (1922)

L'edizione è particolarmente curata: è introdotta da una biografia di HPL in cui viene illustrato il contesto in cui sono stati creati i racconti e una cronologia della sua vita e della fortuna delle sue opere; inoltre, ogni racconto è preceduto da un'introduzione che ne descrive la genesi.


Se devo essere sincero, non mi è facile recensire questo insieme di racconti.

Come più volte ribadito nelle introduzioni ai racconti, gli stessi non sono solo opera della fantasia conscia di HPL, ma, come egli stesso scrive in una lettera:

Mi chiedo se ho il diritto di proclamarmi autore delle cose che sogno. Detesto attribuirmi le idee, specie quando la mia coscienza non ha fatto alcuno sforzo per concepirle. D'altronde se non lo faccio io, a chi diamine posso attribuirle?

Una fonte davvero inquietante, viste le tematiche affrontate nei racconti, permeati da un amore maniacale per le "cose" antiche e dall'attrazione malsana verso l'ignoto ed il "male" declinati in tutte le loro forme.

Un'altra caratteristica comune a più storie è la deformità dei personaggi legati a realtà non-umane, probabilmente suggerita dall'esperienza di vita di HPL, a causa dei complessi inculcatigli dalla madre circa il suo aspetto fisico. Per questo e per altri motivi, consiglio di leggere la biografia introduttiva.

Alcuni racconti gettano le basi della mitologia degli Dei Esterni, tra cui Nyarlathotep e Azathoth , "il dio cieco e idiota" che gorgoglia blasfemità al centro dell'universo, e dei Grandi Antichi, tra cui Cthulhu. Benché non sia chiara la distinzione (informandomi, mi è parso di capire che i primi si manifestino più come divinità agli occhi degli uomini, mentre i secondi come mostri o forze fisiche), i primi hanno maggiore potenza ed influenza sulla storia del cosmo rispetto ai secondi, come si legge dal racconto "Gli altri dei":

Gli altri dei, gli altri dei! Gli dei degli inferi esterni che governano le deboli divinità della terra!

Nello stesso racconto viene introdotta un'idea al contempo affascinante e terribilmente pessimistica: le religioni presenti sulla Terra non sarebbero altro che un espediente creato per celare potenze cosmiche pandimensionali ben più influenti e distruttive. Ciò mi fa venire in mente una buffa correlazione con le creature che si rivelano essere gli artefici di un esperimento che coinvolge, o meglio che è, l'umanità stessa, narrato nel libro "Guida Galattica per gli Autostoppisti", appartenente alla “trilogia in cinque parti“ di Douglas Adams. Mentre in quest'ultimo caso il tema portante del libro è la comica assurdità delle vicende stesse, in Lovecraft l'esistenza umana è assoggettata ad ataviche forze maligne cui non può in alcun modo sottrarsi.

Ne "La città senza nome" viene per la prima volta citato il famigerato Necronomicon, un libro redatto in un lontano passato dall'arabo pazzo Abdul Alhazredin, in cui sarebbe narrata la storia dei Grandi Antichi e in cui sarebbero riportate le modalità con cui evocarli.

In definitiva, è stato un buon approccio introduttivo a questo genere di letture e, sebbene non molti racconti mi siano veramente piaciuti, proseguirò sicuramente nella lettura dei successivi volumi di questa raccolta cronologica dei suoi racconti, augurandomi che mostrino lo sviluppo di queste interessanti tematiche.
---

Prossima lettura: Monna Lisa Cyberpunk, William Gibson.

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Citazioni:

  • "Molti avrebbero preferito non vivere, piuttosto che rassegnarsi a portare la faccia di Arthur Jermyn, ma lui era un poeta e uno studioso e non se ne preoccupava.";
  • "Ti dico che sono sceso in abissi che il tuo cervellino non può nemmeno immaginare! Ho visto oltre i confini dell'infinito e ho evocato demoni dalle stelle... Ho chiamato a raccolta le ombre che volano fra i mondi per seminare morte e follia... Lo spazio appartiene a me, mi senti? Adesso le "cose" mi danno la caccia. Cose che divorano e dissolvono. Ma io so come eluderle e fare in modo che prendano te...";
  • "Nyarlathotep, il caos strisciante... Io, che sono l'ultimo, parlerò al vuoto in ascolto... ";
  • "Del resto incertezza e mistero sono per noi le più grandi lusinghe, e mi dicevo che non poteva esistere orrore più grande della quotidiana tortura nel mondo grigio e banale della veglia.";
  • "Non è morto ciò che in eterno può attendere / E col passar di strani eoni anche la morte può morire.";
  • "Per interminabili giorni oscuri sognai e attesi, anche se non sapevo che cosa attendessi. Poi, nella solitudine delle ombre il mio desiderio di luce divenne così imperativo che non riuscii più a dormire e alzai le mani all'unica torre in rovina che si ergeva sulla foresta, verso il cielo sconosciuto. Alla fine, nonostante il pericolo di cadere, decisi di scalarla: meglio vedeil cielo e morire che vivere senza aver conosciuto la luce del giorno.";
  • "Gli dei della terra vivono sulle montagne più alte e non sopportano di essere guardati dall'uomo. Una volta abitavano vette minori, ma gli uomini hanno scalato le pareti di roccia e di neve e hanno spinto gli dei sempre più lontano, finché non sono rimasti che i rifugi inaccessibili.";
  • "La morte è compassionevole perché da essa non c'è ritorno, ma chi emerge, pallido e carico di ricordi, dai recessi della notte, non avrà più pace.".

~~~

New Wor(l)ds:

  • bonomìa: bonarietà, semplicità, ingenuità;
  • alienista: medico che cura le malattie mentali, psichiatra;
  • ùpas: pianta (Antiaris toxicaria) diffusa in Asia tropicale;
  • musco: muschio;
  • epìtome: compendio di un’opera, riassunto;
  • bumba: danza folcloristica brasiliana;
  • rye: tipo di whiskey;
  • anacreontica: nella metrica greca, tipo di dimetro frequente nella poesia di Anacreonte
  • oplìta: nell’antica Grecia, fante dotato di armatura pesante;
  • prospettore: chi esegue ricerche minerarie sul terreno;
  • crisòlito: varietà verde–giallastra e trasparente di olivina usata come pietra preziosa;
  • cenotàfio: monumento sepolcrale a ricordo di un personaggio illustre sepolto altrove;
  • ìcore/ire:siero purulento che essuda dai tessuti cancrenosi;
  • pentèlico: marmo a grana fine, leggermente opaco, di colore bianco ma tendente, col tempo, ad assumere una tonalità giallo dorata, usato spec. nell’antica Grecia;
  • pànico: relativo al dio Pan;
  • proxenoi: personale dei santuarî, nell'antica Grecia;
  • vizzo: che ha perso la floridezza giovanile, floscio, cascante;
  • renano: di sottorazza, che costituisce una delle varietà regionali della razza adriatica, caratterizzata da scarsa pigmentazione della cute e dei peli, diffusa in Svizzera e Germania nelle valli superiori del Reno e del Danubio;
  • preternaturale: di fenomeno, che eccede o supera i limiti e le leggi del mondo naturale;
  • fola: favola, fiaba; fantasticheria, chimera;
  • messe: abbondanza di risultati di un’attività svolta, di un’impresa e sim;
  • roano: cavallo con mantello di colore bianco o chiaro picchiettato di peli marroni;
  • colpo apoplèttico: sinonimo di ìctus, sindrome di origine vascolare caratterizzata dalla comparsa improvvisa di problemi neurologici più o meno gravi, come emiplegia, perdita di coscienza e sim. o versamento di sangue all’interno di un organo, per rottura di un vaso, con danneggiamento dei tessuti circostanti;
  • fellah: contadino egiziano e palestinese di bassa condizione;
  • guatare: guardare con insistenza spec. di nascosto, per interesse, sospetto o paura, o sim.;
  • cachìnno: risata sguaiata;
  • inanità: vacuità, inutilità, inefficacia;
  • hubris / hybris: termine tecnico della tragedia greca che indica "tracotanza", "eccesso" "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione";
  • graveolente: che ha odore fastidioso;
  • trepestio: tosc., calpestio confuso;
  • cadùceo / caducèo: verga alata con due serpenti intrecciati alla sommità, attributo del dio Ermes o Mercurio, usato nell’antichità classica come emblema di pace portato dagli araldi e oggi divenuto simbolo dell’arte medica;
  • coriàmbici: versi formati da coriambi; coriambo: piede metrico della poesia greca e latina costituito da una sillaba lunga seguita da due brevi e da un’altra lunga.

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Informazioni sul libro:

Editore Mondadori
Anno di prima pubblicazione 1989
Pagine 385
Legatura brossura
Prezzo € 9,40
ISBN 978-88-04-55703-6

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