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Blog ad Improbabilità Infinita

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La Porta di Tolomeo

Scritto il 31 December 2007 alle 12:30

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Eccoci arrivati all'ultimo capitolo della trilogia di Bartimeus, di Jonathan Stroud, composta da:

L'aletta sinistra riporta:

"Tre anni dopo gli eventi narrati nell’Occhio del golem, il potere dei maghi di Londra vacilla: scoppiano disordini, i cittadini si ribellano, gli spiriti si danno battaglia nelle strade. John Mandrake, divenuto ministro dell’Informazione, è al culmine della notorietà e del potere; ma non può più contare sull’aiuto di Bartimeus, il jinn che sin dall’inizio è stato al suo fianco, perché la lunga permanenza sulla Terra lo ha indebolito quasi mortalmente. Eppure Mandrake si rifiuta di lasciarlo andare: per paura che altri si servano di lui, o forse perché Bartimeus è l’unico legame con la propria infanzia, quando John era ancora Nathaniel. Ma il giovane e ambizioso ministro sta per pagare cara la sua strategia: qualcuno infatti evoca Bartimeus per coinvolgerlo in un pericolosissimo piano che vedrà spiriti e umani uniti contro il potere dei maghi...
In questo spettacolare ultimo atto della trilogia di Jonathan Stroud, ogni elemento e ogni trama trovano significato e conclusione. I destini di Nathaniel, Kitty e Bartimeus si intrecciano in un finale epico e commovente, dove la magia usata dal potere per conservare se stesso si ritorcerà contro la casta dominante e l’unica scelta possibile sarà rinunciarvi a favore di una forma di magia ben più alta e difficile: la democrazia.
"

Diventato ministro dell'Informazione, Nathaniel si trova a promuovere una propaganda di guerra, fornendo alla popolazione informazioni false ed incoraggianti sugli scontri che avvengono in America, ai margini dell'impero. Parallelamente è in prima linea nel tentativo di determinare quali siano i membri della Resistenza per stroncarla una volta per tutte. Ciò lo porta a sfruttare in tutti i modi i suoi demoni, mettendone a repentaglio la vita. Infatti, Bartimeus, non congedato per molto tempo, ha uno spirito estremamente debole e rischia costantemente la vita, nonostante il suo proverbiale spirito di conservazione.
Negli corso degli anni Kitty apprende i rudimenti della magia, andando a lavorare per un mago, a tal punto da poter compiere delle evocazioni, mentre tra i "comuni" aumentano i casi di refrattarietà alla magia e la casta dei maghi si sente sempre più minacciata.

Come ci si poteva aspettare, viene meglio delineato il rapporto esistente tra Bartimeus e il suo antico padrone Tolomeo, grazie a frequenti flashback. Un'amicizia unica ed irripetibile, fondata su un forte rapporto di rispetto e fiducia reciproci commoventi, coronata da un dono inimmaginabile.
Inoltre, si viene finalmente a contatto con l'Altro Luogo, finora una realtà abbozzata ed eterea, descritto con immagini estremamente efficaci.

Come avviene dal secondo romanzo in poi è impossibile schierarsi totalmente dalla parte dei maghi o della Resistenza e non esiste, se non in ultimo, un obiettivo comune da perseguire. Parimenti, non vi è un vero e proprio eroe, considerando che Nathaniel diventa un personaggio estremamente negativo fino alla sua riabilitazione che avverrà al prezzo di un finale che può risultare ai più triste ed ingiusto ma che conclude nel modo più corretto e meno scontato questa trilogia.

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Citazioni:

  • pag. 85: [parla Bartimeus] "Se c'è una cosa che mi dà veramente fastidio è essere ignorato. Posso sopportare modi bruschi, perfino gestacci offensivi. Almeno mostrano che hai sortito un qualche effetto. Ma essere lasciato a marcire come se non fossi niente più che il folletto da due soldi in uno specchio veggente...è una cosa che mi fa imbufalire.";
  • pag. 229: [parla Bartimeus] "Qualche ora di pace e poi un'altra convocazione. E vai: è così che mi piace. Un giorno senza schiavitù è un giorno sprecato, questo è il mio motto.";
  • pagg. 231/232: [parla Bartimeus a Nathaniel] "Ma se hai tanta paura che io riveli i tuoi segreti d'infanzia c'è una soluzione semplice. Congedami una volta per tutte! Eh, già...non ce la fai proprio, eh? A dire il vero non credo che tu voglia liberarti seriamente del tuo passato. Ecco perché mi tieni intorno a te, infischiandotene di quanto ciò possa indebolirmi. Per poter rimanere attaccato tanto al Nathaniel che sei stata un tempo quanto al grande, spaventoso John Mandrake che sei diventato".

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Eccovi alcune note a piè pagina di Bartimeus:

  • pag. 45:
    • Testo: "Avevo cercato di esporre questa teoria con la mia consueta delicatezza, ma Mandrake non aveva voluto ascoltare le mie bordate. Era un uomo sotto pressione";
    • Nota: "Lo so, sto usando il termine in modo un po' ampio. Ma ormai, verso la fine dell'adolescenza, sarebbe anche potuto passare per un uomo. Se visto di spalle. Da lontano. In una notte molto buia";
  • pag. 125:
    • Testo: "Come sempre indossava un paio di vecchissimi stivali di pelle, consunti e pieni di graffi, che puzzavano decisamente di magico";
    • Nota: "Diversamente dalle scarpe della maggior parte dei miei padroni, che puzzavano decisamente e basta.";
  • pag. 197:
    • Testo: "A me intanto venne in mente una decina di altre domande";
    • Nota: "Per non dire delle ventidue possibili risposte per ciascuna, sedici conseguenti ipotesi e contro-teoremi, otto speculazioni astratte, un'equazione quantica, due assiomi e un limerick";
  • pag. 429: "Credetemi, so tutto sull'acustica delle bottiglie. Ho trascorso gran parte del VI secolo in una vecchia ampolla per olio di sesamo tappata con la cera, sballottolata dalle onde del Mar Rosso. Nessuno che sentisse le mie urla. Alla fine mi liberò un vecchio pescatore, quando ormai ero talmente disperato da essere pronto a esaudirgli qualsiasi desiderio. Proruppi sotto forma di colosso fumante, gettai qualche saetta tuonante e mi piegai a chiederglii suoi desideri. Il poveraccio era schiantato a terra, stecchito da un infarto. Da qualche parte dovrebbe esserci una morale, ma mi venga un colpo se riesco a trovarla.".

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New Wor(l)ds:

  • aèdo: nell’antica Grecia, cantore di poemi epici; poeta che cantava le proprie composizioni accompagnandosi con la lira; estens., poeta;
  • unghiòlo: unghia sottile e acuminata, tipica dei gatti e dei polli: il gatto ha tirato fuori gli unghioli;
  • caprifoglio: arbusto rampicante (Lonicera caprifolium) con fiori molto profumati;
  • feccia: utilizzato in maniera non dispregiativa, indica un deposito di componenti solide sul fondo di un recipiente che contiene un liquido (nel testo è usato in riferimento ad una tazza di tè);
  • curculione: insetto del genere Curculione, con livrea dai colori poco appariscenti e rostro lungo e sottile;
  • male in arnese: in cattive condizioni economiche o fisiche;
  • tabarro: ampio mantello da uomo di lana pesante, indossato sull’abito o sopra il cappotto, in uso nei secoli scorsi e ancor oggi in alcune regioni dell’Italia settentrionale;
  • pavana: danza in quattro tempi, lenta, solenne e cerimoniosa, in voga in Italia, Francia e Spagna fra il sec. XVI e il XVIII;
  • plinto: piattaforma con funzione di basamento;
  • lacchè: persona che si comporta in modo servile e ossequioso, spec. con personaggi importanti o influenti;
  • tanè: di colore castano di tonalità intermedia tra il rosso e il nero, simile a quello del cuoio;
  • limerìck: filastrocca composta di cinque versi anapestici, l’ultimo dei quali riprende il primo, spec. di contenuto assurdo, paradossale o salace;
  • faccia di tolla: faccia di bronzo;
  • tregenda: confusione, pandemonio;
  • guado: erba bienne o perenne del genere Isatide (Isatis tinctoria) diffusa nei luoghi aridi; sostanza colorante che si ricava da tale erba;
  • inversa: di cattivo umore;
  • gruppuscolo: piccola formazione politica extraparlamentare di tendenze estremistiche spec. di sinistra (nel testo non viene usato con questa connotazione);
  • oplite: nell’antica Grecia, fante dotato di armatura pesante;
  • ankh: vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Ankh;
  • wendigo: vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Wendigo;
  • in nuce: di fatto, fenomeno e sim., che è allo stato iniziale, embrionale, di cui è possibile intuire o ipotizzare sviluppi futuri.

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Errori:

  • pag.88, 15: «Lo, sai, non è vero?». Non capisco il senso della prima virgola.

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Informazioni sul libro:

Titolo originale Ptolemys' Gate
Editore Salani
Anno di prima pubblicazione 2005
Pagine 503
Legatura cartonato
Prezzo €18,00
ISBN 978-88-8541-303-0

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2 commenti ↓

  • 1 EleonoraNo Gravatar ~ 31/12/2007 @ 12:50:23

    l'errore della virgola era essenziale riportarlo... -.-

  • 2 JhackNo Gravatar ~ 31/12/2007 @ 13:02:52

    È pur sempre un typo 😛

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